Un discorso a parte merita l’e-commerce in Cina. Negli ultimi cinque anni, il mercato delle transazioni online nel Paese è più che quadruplicato. Secondo l’agenzia iResearch, nel 2010 il volume delle vendite via web ha raggiunto i 500 miliardi di yuan (oltre 52 miliardi di euro), in crescita dell’89,4% rispetto all’anno precedente.
Come per i social media, anche l’e-commerce in Cina ha regole e caratteristiche diverse rispetto al resto del mondo: la Mayr parte delle transazioni avviene con servizi di pagamento locali (come Alipay, Tenpay o ChinaPay) e grandi siti e-commerce internazionali come Amazon sono praticamente tagliati fuori, sostituiti da equivalenti locali come Taobao.
Il fenomeno del “group buying“, l’acquisto collettivo di prodotti e servizi a prezzi ridotti, ha avuto origine proprio in Cina, dove offerte speciali e azioni collettive si confanno alla cultura cinese. Al momento ci sono in Cina più di 4000 siti di group buying, e attori internazionali come Groupon sono sbarcati in un mercato che vale circa 4500 miliardi di yuan.
Piattaforme e-commerce stanno emergendo anche nel campo dell’alta moda e dei prodotti di lusso, come P1 Mall e Meilihui. Ma non ci sono solo attori locali: nel 2010, l’italiana YOOX ha aperto un ufficio e un centro logistico a Shanghai, dando un chiaro segnale di voler entrare con forza nel mercato online cinese.
Davide Passoni
LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI DELLO SPECIALE CINA