di Paola PERFETTI
Poco colore, scarso entusiasmo. Ammettiamolo, da un tam-tam mediatico come quello che ha anticipato questi iSaloni 2012 ci si aspettava forse qualcosina di più. Nella prima serata, MonteNapoleone era pressoché deserta. I festoni e le luci degli anni passati? Spariti. La musica e la movida da non muoversi fra una boutique e l’altra? Pochi intimi – si fa per dire – solo fuori dai party più esclusivi. Insomma, erano tutti da Brioni, Tod’s, Moschino, Salvatore Ferragamo, Moncler, Louis Vuitton, Blumarine, giusto per fare i nomi dei soliti noti.
Diciamo che il maltempo non ha aiutato a smaltire la poca ressa sparsa per il Quadrilatero della Moda, ma diciamo anche che di bella gente se n’è vista ben poca. E le vetrine? Ben fotografabili da ogni lato della strada, cosa che gli anni scorsi ce lo potevamo scordare.
Moschino batte tutti, con quell’Arlecchino-armadio di altreforme che da solo vale la medaglia di vetrina degna di un Fuori Salone. 9 (perché il 10 non si dà a nessuno).
Abbaglia Vertu, 8, ma solo grazie a Venini. Il patron degli smartphone che dei luccichini proprio non sa fare a meno gioca facile scegliendo alcune opere d’arte di vetro soffiato. Più cristalline di ogni diamante buttato lì così.
8 anche a Salvatore Ferragamano: eleganza sobria, color block acido in abbinato alle hand bag purpuree o tono su tono. Grazie Molteni & C.: c’è e si vede.
Gherardini debutta con la sua prima linea totaly living, e lo fa con le iconiche stampe e forme razionalissime. Troppo anni ’50? Qualche purista del design ha apprezzato, ma forse ci vorrebbe più colore. 7,5 di incoraggiamento.
7,5 anche a Dolce&Gabbana. Saluti da Caltagirone e un giro in bicicletta – ovviamente leopardata – che fa venire voglia di vacanza. Per giunta, ecco che l’affaccio sulla via del lusso non è rappresentato dalla classica sedia in vetrina: qualcosa di nuovo che pure centra l’obiettivo green dichiarato dalla nuova tendenza di questa Milano Design Week, tutta bike e voglia di primavera.
Dalia Chair e abiti drappeggiati con la stessa tappezzeria della seduta da Blumarine: piace la versione green, piace il gioco di prospettive “in green”, abbaglia un po’ ma almeno, sotto la pioggia, mettono allegria i colori fucsia e aranciati. Ma non so a quale signorina piacerebbe indossare una mìse en pendant con l’arredo… 6 per la positività.
5 a Nilufar. Insomma, se si parla di sedute e punti luce non si possono creare voliere per uccelli dall’aspetto claustrofobico, con sedie da bar riposte una sull’altra… tutto chiuso, anche per la creatività?
Non vorrei ritrovarmi invece sul divano di Moncler in piena estate, su cui si trova a suo agio un manichino con bomber dello stesso color ghiaccio. Pieghe orizzontali un po’ troppo omino Michelin… vinceranno sull’ergonomia, dico tra me e me! Per ora si becca 5.5
Gaetano Pesce! Rolex! Orologeria Pisa: dove siete?! 4. Sembra un rifacimento concluso a metà l’allestimento Il Tempo del Pesce: ma come?! Ci era piaciuta così tanto questa nuova collaborazione arte e segnatempo…
Infine, ammetto la totale ignoranza di fronte alla vetrina di Peuterey. Amo Karim Rashid, ma l’installazione… dov’è? N.C.
N.C. come il design concept di Nendo per Tod’s: bellissimi gli accessori, ottima la scelta cromatica ma si fa fatica a distinguere il vero protagonista del motivo per cui tutti noi siamo qui.
In mezzo a tutti, non mancano le vetrine di design e arredo tout court. Mimmo Rotella, una bellissima Penelope Cruz, cubi di decoupage fra Marylin Monroe e icone dell’arte rinascimentale fanno da fondale a ZeroDisegno. Che ha Zero… , ma solo per il nome.
Troppo cattiva? Con la puzza sotto il naso? Non abbiatene a male, care maison: sono solo de gustibus da una passante poco ammirata da questo Fuori Salone 2012.