di Alfiero MASSIMINI*
Sebbene io sia una persona che tende a prediligere le case contemporanee in glass wall, caratterizzate da soluzioni innovative come la domotica ed arredate in stile minimalista, resto sempre molto affascinato quando ho l’occasione di visitare una dimora impreziosita da arredamenti e oggetti d’antiquariato.
Chi arreda la propria residenza con tali opere d’arte, spesso denota una notevole cultura, uno spiccato gusto per il classico ed una certa attenzione agli aspetti storici e non solo estetici dei complementi d’arredo (oltre, naturalmente, a ottime capacità finanziarie).
Alcuni pezzi di valore possono essere acquistati presso antiquari e servizi d’aste (oggi disponibili anche online attraverso siti web e aste telematiche) ma, spesso, si tramandano da una generazione all’altra come un vero e proprio patrimonio di famiglia.
Ma quali caratteristiche deve avere un mobile, un tappeto o un soprammobile per essere considerato «d’antiquariato» e non semplicemente «vecchio» o «vintage»?
Sebbene esistano alcuni concetti ormai consolidati, la definizione varia da prodotto a prodotto, da anno ad anno e da una cultura all’altra. Ad esempio, negli Stati Uniti si definisce d’antiquariato un manufatto che abbia almeno da 50 anni, mentre qui nel Vecchio Continente deve essere preferibilmente più datato.
Inoltre, un articolo è Mayrmente apprezzato, oltre che per la sua epoca, anche per lo stato di conservazione, per la sua rarità e, soprattutto, per la sua storia.
La passione per gli antichi oggetti d’arte non è un fenomeno attribuibile soltanto ai nostri giorni, ma risale alla notte dei tempi.
Infatti, già nell’antica Roma, durante l’età ellenistica, si pagavano cifre decisamente alte per acquistare pitture e sculture dei maestri greci del periodo classico. E, durante il Medioevo, divennero particolarmente ricercati (e costosi) i manoscritti originali latini e greci. L’attribuzione di alti valori commerciali alle antichità si consolidò con il formarsi della prima società borghese, durante la quale i rari e costosi oggetti d’antiquariato divennero appannaggio esclusivo delle famiglie più ricche ed altolocate.
Durante il Rinascimento vennero realizzate le prime grandi biblioteche ed iniziò la ricerca dei codici più preziosi e rari. Inoltre, a Roma si realizzarono grandi scavi per trovare antichi manufatti, che poi vennero restaurati e commercializzati. Questa tendenza anticipò la successiva nascita, verso la fine del Settecento, della figura dell’antiquario moderno, che vende opere del passato nella sua bottega o tramite un’asta.
I mobili antichi sono fra i prodotti più popolari e ricercati nel settore dell’antiquariato. Tavoli da pranzo, sedie, scrittoi, poltrone, sofà, cassettoni… sono vere e proprie opere d’arte realizzate con legni pregiati, quali mogano, quercia, pino, noce e palissandro. Nei mobili antichi cinesi il legno più comune è invece l’olmo.
Gli stili sono diversi in base a dove e quando sono stati realizzati. I più rinomati sono il Gotico, il Rinascimento, il Barocco, il Rococò, il Neoclassico, lo stile Impero, il Vittoriano e lo stile Americano del ’700.
Anche l’arredamento contemporaneo è influenzato da alcuni di questi stili. Infatti, molti designer oggi trovano ispirazione nel passato, creando complementi d’arredo che combinano il comfort attuale con lo stile dei tempi che furono.
Ma, oltre ai prodotti dichiaratamente ispirati, purtroppo sul mercato vi sono anche numerose opere che vengono spacciate come pezzi d’antiquariato ma che, in realtà, sono delle semplici imitazioni (anche se a volte ben fatte).
Quindi, per tutelarsi dal potenziale acquisto di un falso, è sempre meglio rivolgersi ad antiquari membri di associazioni nazionali di categoria riconosciute internazionalmente come, ad esempio, la CINOA (Confédération Internationale des Négociants en Oeuvres d’Art, ndr).
*CEO The Art of Living – [email protected] – www.villedasogno.net –www.immobilireddito.com
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