Va bene che i tempi cambiano. Va bene che i concetti di classe, stile ed eleganza con il passare delle epoche si sono evoluti, o meglio sono profondamente cambiati. Ma c’è una linea sottile che divide l’evoluzione dall’involuzione stilistica. Una linea che pare essersi persa con il tempo. Come, dove e quando siamo passati a definire, dopo Jackie Kennedy, Audrey Hepburn e Grace Kelly, icone di stile Rihanna, Katy Perry e Lady Gaga rimane un vero mistero.
Sì, è vero tanta parte della colpa di questa involuzione del concetto di stile è merito (o colpa) di alcuni stilisti che in nome di una certa libertà creativa hanno cominciato a portare in passerella (e parliamo di pret à porter, nemmeno di haute couture) capi al limite dell’esagerazione, un festival di colori abbinati in maniera improbabile, e accessori praticamente impossibili da indossare, tacchi tridimensionali e scarpe che sfidano la metafisica.
A legittimare questo uso eccentrico della moda, le migliaia di blogger, giornalisti e buyer che hanno avvallato le bizzarie dei designer, indossandole durante gli eventi mondane e nei front row delle sfilate più gettonate. Colpevoli, forse, ancora di più sono i fotografi di street style, che galvanizzano questi fenomeni fotografandoli di continuo. State pur certi che tra una donna elegante, raffinata e misurata nel vestire e un uomo che indossa un abito interamente dorato tanto che sembra un goloso gianduiotto i fotografi fotograferanno il gianduiotto.
Eh sì, perché il gianduiotto in questione attira la curiosità (e il click su internet) la donna ben vestita no. Tutto questo dilagante bailamme, di paparazzi e blogger, ha in un certo qual modo sancito la fine della moda intesa alla Armani maniera, ovvero elegante e misurata, e inaugurato un caos stilistico, tale per cui più strambo sei vestito più sei cool. Beh, onestamente noi ci rifiutiamo di etichettare i fenomeni da baraccone come cool.
Pinella PETRONIO