Valentino ha compiuto 82 anni lo scorso May, e ormai da tempo ha deciso, benché continui a monitorare il lavoro dei suoi eredi, di ritirarsi dalle scene della moda. Giorgio Armani ne ha compiuti 80, proprio la settimana scorsa. Miuccia Prada è ancora giovane, così come altri mostri sacri della moda italiana, come ad esempio Donatella Versace, ma è certo che non hanno più vent’anni. In molti si chiedono se oggi giorno in Italia c’è effettivamente qualcuno in grado di raccogliere la pesante eredità che queste donne e questi uomini, che hanno fatto grande il nome dell’Italia nel mondo, lasceranno.
Lo scetticismo, sentendo gli umori tra gli addetti ai lavori italiani e internazionali, pare essere abbastanza forte. E onestamente non ne capiamo il motivo. In primis perché ci sono già delle dimostrazioni tangibili di come effettivamente un grande marchio possa ancora fare gridare il mondo alla meraviglia, nonostante non sia più nelle mani dei fondatori. Ci riferiamo certamente a Valentino, la cui maison continua a mietere successi su successi, anche nelle mani di Maria Grazia Chiuri (43 anni) e Pierpaolo Piccioli (41 anni).
Senza considerare che se, durante la Settimana della Moda, buyer e giornalisti anziché fuggire via dopo la sfilata di Giorgio Armani, si prendessero la briga di rimanere per vedere le collezioni degli stilisti emergenti di New Upcoming Designers, si renderebbero conto che la moda italiana, dopo Armani e Valentino non è destinata a morire, anzi.
Vogliamo poi parlare del talento di Gabriele Colangelo? O di Stella Jean? O ancora del duo stilistico au jour le jour? Di Massimiliano Giorgetti di MSGM, di Andrea Incontri e Marco De Vincenzo? E Fausto Puglisi? Lo stilista di origini messinesi, oggi a capo come direttore creativo della maison Ungaro e di una propria linea di moda, è stato notato, in tempi non sospetti, dalle più grandi star della musica pop mondiale. Un nome a caso: Madonna. E i nomi sarebbero ancora tanti.
I designer italiani che da una parte vengono trattati con relativo (e puntualizziamo: relativo) disinteresse da parte della stampa mondiale, vengono invece coccolati e aiutati in Italia dagli stilisti della vecchia guardia. Pensiamo ad esempio a Dolce & Gabbana che nel loro Spiga 2 a Milano hanno dato la possibilità ai nuovi talenti di esporre le proprie collezioni, dando loro un’importantissima vetrina. Pensiamo anche a Giorgio Armani che ogni Settimana della Moda ospita nel suo Armani/Teatro la sfilata di un giovane ogni volta diverso. Ma pensiamo anche ai numerosi concorsi pensati ad hoc o all’impegno costante del direttore di Vogue, Franca Sozzani con il concorso Who’s on next.
Se ci fosse davvero questa penuria di talento tra i giovani della moda italiana, pensate davvero si impegnerebbero così tanto a promuoverli?
Pinella PETRONIO