Non è facile riuscire ad eleggere, fra le tante di cui vi abbiamo parlato, un’attrice che possa essere incoronata regina assoluta di stile ed eleganza. Non è facile perché in primis negli anni sono davvero tante le donne del cinema straniero possono essere considerate fashion icon. Secondariamente perché nel novero delle attrici straniere considerate a diritto dal Gotha della moda tra le più cool c’è sempre chi propenderà per una e chi propenderà per un’altra. E anche se molti diranno che la nostra è una scelta scontata e che il suo viso è ormai consumato a furia di apparire sui social network e sui poster venduti dagli ambulanti sparsi per le città di tutto il mondo, noi, innamorati del suo sorriso, rapiti dalla sua eleganza senza tempo, non possiamo non eleggere icona di stile tra le attrici straniere Audrey Hepburn.
C’è poco da fare, le altre avranno pure contribuito a lanciare una moda, a rendere indimenticabile un marchio e iconico un accessorio, ma nessuna come lei è stata in grado di entrare nei cuori, che oggi un po’ la snobbano perché appunto troppo pop e inflazionata, dei fashionisti. Il suo sorriso largo e spontaneo, quella classe innata in ogni singolo gesto e movimento – anche quello di portare alla bocca il croissant che mangiava durante la sua colazione davanti alle lussuose vetrine di Tiffany o di tenere in mano il lungo beccuccio da cui faceva capolino, nello stesso film, una sigaretta -, la perfezione dei lineamenti del suo volto e l’incedere aristocratico, benché aristocratica, Audrey, non lo fosse affatto.
Un’icona che gode del privilegio, accordato a pochissimi, dell’immortalità, che è riuscita a rimanere, con il suo garbo composto, la sua riservatezza e i suoi occhi dolci che raccontavano di una vita complicata, nei cuori di uomini e donne di ieri e di oggi. Anche in quelli, urlati e sguaiati, votati al gossip e al velinismo, in cui viviamo noi. Perché Audrey è stata ed è una donna speciale, difficile da raccontare con le parole. Se così non fosse stato non sarebbe entrata a far parte del cuore di tutti. Se così non fosse stato non sarebbe diventata tanto amica di Hubert de Givenchy, che fra tutte la elesse quale sua prediletta musa ispiratrice. E lei, Audrey, lo ripagò di un’amicizia durata una vita. Oltre a far sì che quel tubino da lui realizzato divenisse simbolo di un eleganza pulita, lineare, un’eleganza che non ostenta, perfetta sintesi di quello che era il mondo di Givenchy.
A Audrey Hepburn le donne devono molto. Devono, ad esempio, la dimostrazione che una donna per essere femminile non deve necessariamente inerpicarsi su tacchi alti decine di cm. Una donna sa e può essere femminile anche con delle ballerine ai piedi. Che non bisogna per forza essere Jessica Rabbit sui trampoli per attirare gli sguardi degli altri. Particolarmente amate dall’attrice, che in realtà aveva proprio un passato da ballerina, le Vara di Salvatore Ferragamo e le Repetto.
Non potevamo non scegliere che lei come attrice del passato icona di stile. Anche perché, diceva Hubert de Givenchy, “Non c’è donna al mondo che non sogni di assomigliare ad Audrey Hepburn“.
Pinella PETRONIO