di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
Nel mondo dell’orologio di pregio esistono tantissimi nomi ricchi di storia e di pezzi che hanno fatto (o fanno ancora oggi) epoca nel gusto degli appassionati. Se però si pensa all’orologio che tutti almeno una volta hanno desiderato oppure che tutti conoscono, il nome unico è Rolex. Una marca trasversale, sinonimo di orologio di lusso, robusto, bello e “di moda” che attraversa indenne il tempo senza esserne minimamente scalfito: insomma, un vero mito che, a differenza di altri orologi top, in fondo risulta anche accessibile.
Sì, perché Rolex non è una vera marca di lusso, pur avendone tutti i connotati, non costa come gli orologi di lusso ma di questi vanta le qualità intrinseche di pregio ed esclusività.
Il Rolex per eccellenza ha la cassa “Oyster”, ovvero ad ostrica, a indicarne la tenuta stagna all’acqua, nata in tempi in cui gli orologi erano più simili a “colabrodo” non difendibili neanche dall’umidità.
Nell’immensa famiglia “Oyster” eccellono per fama i cosiddetti “sportivi Rolex” e tra questi due nomi leggendari e di lunghissimo corso: Submariner e Daytona.
Il Submariner viene presentato a Basilea nel 1954, più sfumata la nascita del Daytona, nome utilizzato per prima volta nel 1969 quando Paul Newman sfoggia un cronografo Rolex nel film “Winning” dedicato al mondo delle corse automobilistiche: al polso dell’indimenticato mostro sacro del cinema americano un crono 6239, che da subito sarà identificato col nome “Cosmograph Daytona” o, semplicemente “Paul Newman”.
Ecco quindi, dalle origini, oltre ai tratti comuni quali impermeabilità elevata, precisione, cassa Oyster, bracciale ad elevata resistenza, le prime differenze. Il Submariner è pensato per i professionisti del mare, grazie al quadrante nero e a lancette e indici orari ad elevata leggibilità, lunetta sessagesimale unidirezionale antioraria (per la misurazione dei tempi di immersione e decompressione) che garantisce con sicurezza la riserva di ossigeno disponibile per l’immersione, movimento automatico che non necessita di ricarica se indossato con costanza. Il Daytona è invece uno strumento estremamente tecnico, dominato dalla possibilità di cronometrare con precisione eventi con durata limitata nel tempo, quali appunto le corse automobilistiche, e dotato dell’utilissima scala tachimetrica per la misurazione della velocità.
I due modelli attuali del Submariner e del Daytona altro non sono che la costante e lenta evoluzione dei concetti originali ma, nel pieno rispetto dell’idea Rolex di sviluppo dei prodotti, pur con contenuti immutati, la tecnologia con cui sono realizzati è presa dallo stato dell’arte dei materiali attualmente disponibili.
Vincitori? Vinti? Diciamo che nessuno esce battuto, ma in fondo sarà il gusto personale a far propendere per l’uno o l’altro, certi comunque di aver fatto una scelta valida.
A parte gli aridi dati tecnici, quello che importa sottolineare è la statura di questi due segnatempo che ogni anno continuano a catturare migliaia di clienti in tutto il mondo per il loro design esclusivo ed unico, la capacità di dare al fortunato possessore non solo lo status intrinseco in questi “pezzi” ma anche per la loro unicità nello “sposare” il polso ed essere un completamento pressoché perfetto per ogni occasione.
Rolex in questi due pezzi mette la sua anima di manifattura esclusiva ma, al contempo come si diceva in apertura, per tutti. O meglio per chi si sente di meritare un vero orologio in grado di durare per sempre, pardon… “perpetual”!