di Davide PASSONI
In vino veritas, dicevano i latini… Ma nel vino, specialmente in quello italiano, ci sono tradizioni, famiglie, esistenze, generazioni di gente che ha fatto dell’enologia e del culto della vite una missione, più che una passione. La missione di tramandare quanto di meglio gli italiani sanno fare, al di là di divisioni, sciagure, individualismi.
Questo grazie anche a realtà, case, etichette, storie che sono prima di tutto storie di famiglie con il vino nelle vene, con la passione per la terra, il grappolo e la qualità. Prendiamo Ruffino, per esempio, fin dalla sua nascita sinonimo di toscanità e, in parte, di Chianti. Già più di un secolo fa Ilario Ruffino, fondatore della casa insieme a Leopoldo Ruffino sosteneva: “Tramandare i valori di una terra e della sua gente attraverso la cultura. Perché cultura è anche vino”.
L’interpretazione della vitivinicoltura in chiave culturale implica infatti avere sempre un occhio rivolto sia verso il passato sia verso il futuro. Implica conoscere bene le proprie radici, rispettarle e portare avanti le grandi tradizioni del territorio toscano. Implica impegnarsi nel miglioramento dei frutti che nascono dal territorio, con ricerche e sperimentazioni che portano ad ampliare le
conoscenze. Implica, infine, intraprendere nuove sfide in territori con grandi potenzialità di sviluppo vitivinicolo.
Una storia, quella di Ruffino, che nasce nel 1877, quando la famiglia dà sostanza alla passione per la propria terra e per il grande vino delle colline toscane in un progetto che si concretizza nella fondazione di Casa Ruffino. Il vino Ruffino riceve subito numerosi riconoscimenti, come la medaglia d’oro all’esposizione di Milano nel 1881 e a Bordeaux – in casa dei francesi… – nel 1895.
Nel 1913 Italo e Francesco Folonari acquistano Ruffino, facendo crescere la fama dei suoi vini, tanto che l’azienda diventa l’ambasciatore del Chianti Classico e delle tradizioni toscane in tutto il mondo. Il Chianti Ruffino, seguito da Riserva Ducale, è stato infatti uno dei primi vini a varcare i confini nazionali e a introdurre il vino italiano agli amanti del buon bere in tutto il mondo.
Nel secondo dopoguerra Ruffino amplia la sua produzione ad altre zone della Toscana e comincia ad acquistare tenute e vigneti nelle più prestigiose aree vitivinicole toscane, come il Chianti Classico, Montalcino e Montepulciano. Un approccio al prodotto e alla sua filosofia che non è passato inosservato agli occhi di quanti, nel mondo, apprezzano la qualità e la professionalità delle aziende made in Italy: Ruffino, infatti, dal October 2011 è diventata di proprietà di Constellation Brands, multinazionale americana specializzata in vino di qualità che ha acquisito il 100% del marchio e della storica struttura produttiva di Pontassieve, vicino a Firenze.
Oggi le proprietà Ruffino comprendono 7 tenute principali in Toscana – tra le quali quella, splendida, di Poggio Casciano, con la sua villa rinascimentale – e una in Friuli, per un’estensione totale di 1500 ettari, di cui 600 a vigneto. In ogni tenuta, in Toscana così come in Friuli, il patrimonio vitivinicolo Ruffino è oggetto di costante miglioramento grazie a continui e significativi investimenti nei vigneti, nelle cantine e nelle risorse umane.
Sono passati oltre 100 anni e oggi Ruffino esporta in oltre 85 Paesi nel mondo, è riconosciuta come un autore di vini di grande qualità e rispettata per la sua affidabilità e attenzione nei riguardi del consumatore. Del resto, il team Ruffino dimostra la sua creatività, provando che tradizione e innovazione possono, e devono, incontrarsi nel vino.