di Davide PASSONI
Un’estate da dimenticare per molti albergatori quella del 2012, tanto in montagna quanto al mare. Per non parlare dei porti turistici che, tra tassa di stazionamento, controlli fiscali e cali delle presenze non hanno vissuto una delle loro migliori stagioni. Eppure… Eppure qualcuno che va in controtendenza c’è e si trova in una regione, la Liguria, che tra Corsica e Costa Azzurra si è vista soffiare tre quarti dei transiti di barche e yacht. Parliamo della Marina di Varazze, che ha scelto di puntare sulla qualità e non sul “discount” nautico. La cosa pare aver funzionato, come ci racconta il direttore, Giorgio Casareto.
Com’è andata l’estate 2012, tra crisi, tasse…?
Devo dire che non è andata male. Il 2012 era partito con tanti timori e preoccupazioni, dalla tassa di stazionamento alla temuta fuga delle barche nei porti esteri, all’opera asfissiante di verifica da parte degli organi di controllo sui possessori di barche. Dovevamo capire come affrontare la situazione e abbiamo deciso di andare in controtendenza con il progetto Full Yachting Care 2012: invece di scontare o persino regalare posti barca, abbiamo mantenuto le stesse tariffe, valorizzandole con servizi aggiuntivi. Un azzardo, una scommessa.
Vinta?
Direi di sì. Per fine stagione prevediamo un aumento dei contratti di periodo, mentre possiamo già dire che sono cresciuti i transiti lunghi di un buon 20% e c’è stato un leggero decremento dei transiti brevi, nell’ordine del 10%. Dati in forte controtendenza rispetto alle statistiche dell’Osservatorio Nautico Nazionale, che parlano di cali più decisi, del 33% per i posti barca stanziali in Italia e del 75% per i transiti in Liguria. Condividiamo quindi le preoccupazioni del settore, ma siamo soddisfatti dell’approccio che abbiamo avuto all’inzio della crisi e che ha dato buoni frutti. Non era certo facile dire “non tocchiamo le tariffe ma vi diamo più servizi” mentre molti altri porti andavano esattamente nella direzione opposta.
Che indotto ha la Marina sul territorio di Varazze?
Posso dire per certo che oggi Marina di Varazze all’interno del porto, tra ristoranti, bar, negozi, brokeraggio, cantieristica dà lavoro a circa 250 persone nel periodo estivo, che non mi pare poca cosa.
Che ne pensa del recente piano coste varato dalla Regione Liguria?
Mi pare sia una valutazione prudenziale rispetto a quelli che sono i tempi. Per alcuni aspetti è un piano condivisibile, che ha visto cancellati alcuni porti e ridimensionati altri progetti. Il contesto attuale suggerisce prudenza nel creare nuovi posti barca quando ci sono strutture che faticano a riempirsi. Penso sia giusto avere un piano coste che favorisca il turismo ma anche che sia giusto farlo quando ce ne sono le condizioni.
Liguria e Costa Azzurra sembrano due pianeti diversi… Perché?
I francesi sulla loro costa sono più fortunati perché ha caratteristiche naturali e morfologiche più peculiari rispetto alla nostra. Detto questo, il merito loro sta soprattutto nella grande tradizione marinara che hanno e nel fatto che hanno creduto nelle opportunità del turismo nautico già decenni fa. Ci hanno creduto e investito per molti anni, favoriti dalle autorità locali. Hanno in mano una ricchezza che sparisce del tutto al di qua del confine e la cosa dispiace, per noi.
Tassa di stazionamento: quanto vi ha danneggiato?
La mia opinione sulla tassa non è così negativa. La prima scrittura della norma aveva cifre al di fuori di ogni logica, poi con le successive scritture si è arrivati a una norma condivisa e accettata da tutti i nostri armatori. Quello che mi sconcerta è che, a quanto si apprende, il gettito proveniente dalla tassa è risultato molto al di sotto del previsto: insomma, chi ha fatto i conti per la tassa di stazionamento li ha fatti male, per motivi che posso solo ipotizzare. Resta comunque incredibile che si buchi così clamorosamente una previsione d’incasso.
E quindi, che cosa servirebbe alla nautica e ai porti turistici per ripartire?
Quello che farebbe bene al settore non sarebbe tanto una abolizione della tassa di stazionamento, quanto una modifica dell’attitudine costante e continua degli organismi di controllo a considerare chi ha una barca un evasore fiscale a priori. Ce ne sono di sicuro, ma c’è anche chi paga le tasse e può permettersi comunque una barca. Il fatto che il porto sia spesso presidiato da uomini della Guardia di Finanza pone una cappa di pressione sulla Marina che fa veramente male. Insomma, meno demagogia e più un occhio all’economia reale del Paese, della quale la nautica è un tassello da sempre importantissimo.
Sviluppi futuri per Marina di Varazze?
Oggi Marina di Varazze ha raggiunto il suo sviluppo massimo come struttura. Stiamo comunque lavorando di concerto con il gruppo Azimut, di cui la Marina fa parte, per un possibile subentro nelle aree attigue degli ex cantieri Baglietto.
Mantenendo la produzione di yacht?
Si manterrebbe una produzione di imbarcazioni fino a 30 metri, da affiancare al refitting per imbarcazioni più grandi. Si tratta di un investimento importante ma ancora sostenibile. Vedremo.