“Consumare meno e consumare meglio sono sicuramente dei valori che onoriamo da sempre“. I Fratelli Rossetti (Luca, Diego e Dario Rossetti) non amano parlare di crisi, quanto piuttosto di un cambiamento dei consumi. Lo storico calzaturificio di Parabiago, leader nella produzione di calzature da uomo e da donna, racconta attraverso le proprie creazioni e la propria azienda una bella storia di famiglia e di Made in Italy, di passione e amore per la qualità, tenendo d’occhio le esigenze degli uomini e delle donne moderne. Un marchio, il loro, che profuma di cuoio, che ha il volto dei tanti artigiani che lavorano per creare calzature belle, di qualità e che durino nel tempo.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una azienda a conduzione familiare come la vostra?
I vantaggi sono tipicamente legati al know-how, e alla cultura d’impresa, che poggia sul concetto di trasmettere la conoscenza e di coltivare i talenti. Gli svantaggi sono soltanto potenziali, quelli legati ad ogni saga: il successo di questo tipo di gestione poggia tanto sulle persone, quanto sui processi e sul buon bilanciamento di tradizione ed innovazione.
Il Made in Italy secondo i Fratelli Rossetti…
Qualità, durata, dare valore ad ogni acquisto perché sia un investimento e non una mera transazione.
Il governo si sta effettivamente impegnando a salvaguardia del Made in Italy?
Il governo è attivo specialmente a livello Europeo: il made-in è un tema caldo e qualsiasi direzione di tutela di tracciabilità e origine merita il dovuto supporto.
Nascete come un marchio di calzature maschili, cosa preferisce indossare l’uomo del 2014?
L’uomo del 2014 è eclettico e sicuro delle sue scelte estetiche: per le occasioni formali sceglie il confort e, perché no, il vezzo. Il nostro mocassino Brera, che accarezza le evoluzioni del gusto è una risposta versatile. Nel tempo libero e per le occasioni meno istituzionali abbraccia il casual, e per questo abbiamo sviluppato per la prossima estate Brera e Hobo, l’allacciata da portare stringata anche in versione Sport con para, ma pellami raffinatissimi.
Quanto internet ha cambiato il modo di comunicare con il consumatore finale?
Molto: ha amplificato la comunicazione per abbracciare l’idea di una sinfonia che circonda il cliente dal momento ‘aspirazionale’ fino al follow-up e a nuove idee dove consumo e produzione si incontrano ai vertici.
Crisi economica: ce l’abbiamo fatta ad uscirne?
Non amiamo parlare di crisi, quanto di un cambiamento dei consumi e delle prospettive esistenziali dei singoli e dell’intera società. Consumare meno e consumare meglio sono sicuramente dei valori che onoriamo da sempre.
Cos’è per voi il lusso?
Una parola abusata. La vera distinzione, oggi come sempre, è la qualità.
Qual è un lusso che vi concedete?
Il tempo per la famiglia, che spesso coincide con il tempo del viaggio. E una buona cucina, rispettosa dell’intera catena alimentare.
Cosa vi fa essere orgoglioso dell’Italia quando siete all’estero?
L’estetica: dalla cultura del progetto, alla sprezzatura. E il fatto che ovunque posi lo sguardo, un’opera d’arte, di architettura o d’ingegno è pronta a ricordarti le ragioni del termine Bel Paese.
Pinella PETRONIO