Venticinque anni di buon design e di progetti rivoluzionari per l’uso dei materiali e per la proposta di forme e volumi insoliti: Edra, storica azienda italiana, festeggia il suo primo quarto di secolo.
Dal 1987 la maison, il cui art director è Massimo Morozzi, accentua la dimensione ironica del progetto lavorando però anche sul concetto di comfort. Nasce in questo periodo la collezione Flowers di Masanori Umeda, poltrone floreali e sensuali come la Rose Chair o la Getsuen.
Alcuni anni dopo prende il via l’avventura di Fernando e Humberto Campana: le loro poltrone per Edra si costruiranno da allora con pezzi di legno, corde intrecciate, brandelli di pelle e si rivestiranno di pellicce ecologiche o di tubi per innaffiare.
Infine, nel primo decennio del nuovo millennio, Edra sceglierà di declinare, con Francesco Binfaré, una particolare accezione di lusso fatto di comodità ed eccellenza materica.
Molti dei pezzi lanciati sul mercato da Edra trovato posto nelle collezioni permanenti dei Mayri musei di design del mondo: dal Centre Pompidou di Parigi al MoMa di New York, dal Triennale Design Museum di Milano al Vitra Design Museum di Weil am Rhein, fino al Icelandic Museum of Design and Applied Arts di Reykjavik o al Tel Aviv Museum of Art, passando per gli altri musei di Chicago, Lisbona, Montreal, Tokyo, Losanna, Monaco di Baviera, Filadelfia, Amburgo, Vienna e Helsinki.
Tre le novità per l’anno in corso: Sfatto, Cipria, Bois de Rose. La prima propone un’aria usata, mentre Cipria è la poltrona dei fratelli Campana, che vive di grandi cuscini dalle forme accentuatamente rotondeggianti, tenuti assieme da una struttura articolata e invisibile e rivestiti con pellicce ecologiche; Bois de Rose è invece una linea di contenitori progettati da Massimo Morozzi che, a sorpresa, si aprono utilizzando non maniglie, ma pedali da pianoforte.
Francesca SCARABELLI