Abbigliamento, accessori e cosmetici di alta gamma. Lusso e fashion vanno a braccetto quando si parla di Burberry, la casa di moda britannica fondata nel 1856 a Basingstock, nell’Hampshire, dall’apprendista sarto Thomas Burberry.
Dal XIX secolo, le forme eleganti degli abiti in perfetto stile British e il tradizionale check simbolo del brand di sfondo al cavaliere equestre hanno vestito importanti celebrità del jet set internazionale e non solo.
Correva il 1911 quando il Capitano Roald Amundsen per la spedizione al Polo Sud fu equipaggiato da abiti e cappotti Burberry, gli stessi commissionati dalla Corona inglese poi adattati al combattimento. Nel 1942 toccò ad Humphrey Bogart e all’intramontabile trench indossato nel capolavoro di Michael Curtiz Casablanca, fino alla campagna Autunno/Inverno 2009 e Primavera/Estate 2010 che ha avuto il volto della ex maghetta di Harry Potter Emma Watson.
Burberry e il classico stile in tartan, il glamour di Burberry Prorsum, i colori fumosi e spenti di Burberry Black Label, creato in esclusiva per il Giappone, il casual di Burberry Sport e l’alto livello di Thomas Burberry: sono questi i quattro marchi del brand che tra negozi monomarca e franchising sparsi in tutto il mondo, ha visto concedersi la Royal Warrant dalla Regina Elisabetta II e dal Principe Carlo, alta onorificenza che conferisce simbolo di prestigio al brand.
Lo stesso prestigio che il Gruppo, dal 1856 ad oggi, continua a donare alle proprie creazioni.
Il 30SeptemberBurberry ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con ricavi totali in crescita pari a 882,5 milioni di sterline (+8% underlying, depurati dagli effetti straordinari, pari a 1,1 miliardi di euro) e ricavi retail del valore di 577 milioni di sterline (+10% underlying).
Risultati molto più che soddisfacenti e ben al di sopra delle attese.
Il lusso “Made in Great Britain” ha visto una sensibile crescita del margine lordo, che è passato da 571,9 a 627 milioni di sterline. L’aumento delle spese operative nette ha portato una flessione dell’utile operativo, da 162,1 a 100,4 milioni di sterline. +8%, +10% e 6% per quanto riguarda ricavi totali, ricavi retail e utili lordi rettificati, mentre la cassa netta ha registrato 237 milioni di sterline.
Visti i successi di fatturato nel retail/wholesale (+7%), il brand ha deciso di proseguire negli investimenti con iniziative chiave per poter affrontare un’ulteriore crescita, che ha toccato anche il segmento cosmetica e settore dei profumi, gestiti direttamente come quinta divisione dal 1° april 2013.
Ha così commentato Angela Ahrendts, Chief Executive Officer di Burberry: «Nei segmenti retail/wholesale, che costituiscono oltre il 90% del nostro business, Burberry ha conseguito una crescita del fatturato del 7%, una crescita dei profitti dell’11% e un ulteriore miglioramento del margine operativo. Tutto questo in un contesto esterno difficile. Le nostre cinque strategie chiave restano altamente pertinenti e continuiamo a investire nelle nostre iniziative per la crescita negli ambiti retail, digitale e tecnologico».
«L’integrazione di profumi e prodotti di bellezza costituisce un’opportunità significativa sia di business che a livello di brand. I nostri team globali sono entusiasti all’idea di collaborare con distributori, fornitori e clienti di lunga data per ottimizzare queste categorie sotto-penetrate. Un’immagine uniforme del brand, sfruttabile da tutte le categorie, sosterrà la nostra crescita futura nel settore dei prodotti di bellezza e rafforzerà il nostro core business esistente», ha concluso Mrs. Ahrendts.
Giulia DONDONI