Come ogni anno, Assorologi dà i numeri grazie alla nona edizione della indagine annuale sugli acquisti di orologi da polso in Italia effettuata da GfK Retail & Technology. Dall’indagine emerge che sono 6,5 milioni gli orologi da polso acquistati dagli italiani nel 2013, per un valore di 1,15 miliardi di euro.
Prosegue il trend negativo in termini di numero di pezzi venduti (-5,6% sul 2012) mentre si registra una leggera crescita a valore (+0,5%). In ripresa anche il prezzo medio che passa da 163 a 174 euro.
Buona la performance degli orologi da uomo che, pur confermando il 40,2% a quantità, guadagnano in misura netta a valore (dal 52,3% al 64,4%), mentre cala in misura corrispondente l’orologio da donna: 47% a quantità e 32% della spesa a valore.
Sale la percentuale di orologi con movimento al quarzo (84%), con cassa in acciaio (74,3%). Mentre flettono gli orologi con cassa in materiale plastico, gomma, silicone, che si fermano al 20,3% dei pezzi totali.
Scende anche la quantità di “solo tempo” (72,8%) a beneficio dei cronografo/multifunzione (25,3% ma addirittura 41% a valore), a testimonianza dell’amore degli italiani per le piccole lancette.
Il cinturino in metallo è sempre il preferito (45% a quantità) ma cala sensibilmente a valore (36%); cala quello in plastica/resina/silicone (30% a quantità e 24% a valore) mentre è positivo il trend del cinturino in pelle (20% in quantità, 31,4% a valore).
I canali di vendita principali restano le gioiellerie e le orologerie, che confermano il 60% a quantità e salgono dal 65% al 74% a valore. In crescita anche i negozi monomarca (10% a quantità, 6,8% a valore), mentre scende il peso della grande distribuzione (3% a quantità, 1,7% a valore).
Interessanti i dati che riguardano internet, che continua a salire a volume (10%) ma scende nettamente a valore (5,4%). Per la prima volta rilevate, le vendite tra privati che rappresentano l’1,5% a quantità e lo 0,9% a valore.
Il mercato è equamente ripartito (50%) tra acquisti finalizzati al regalo ad un’altra persona e acquisti per se stessi. In questa dinamica, la decisione di acquisto continua a essere strettamente connessa al design (45,5%) mentre perde di importanza la variabile prezzo (che passa dal 37,8% del 2012 al 30%).
Cresce in misura molto significativa la brand awareness (fiducia e conoscenza della marca) che passa dal 31,2% rilevato nel 2012 al 37%.
“Mi sembra che a fronte di una crisi senza precedenti, il comparto dell’orologeria in Italia abbia saputo reagire bene, confermandosi uno dei mercati più importanti del mondo – afferma il Presidente di Assorologi Mario Peserico –. I dati in nostro possesso dimostrano che il mercato italiano sta assorbendo una minore quantità di orologi, ma anche che il valore degli orologi venduti è più alto. Se il ‘Sistema Paese’ riuscirà finalmente ad adottare misure in grado di incentivare i consumi e alleggerire la pressione fiscale, potremo affrontare il futuro con prospettive incoraggianti”.