Fine dell’anno: momento di bilanci e classifiche e insieme alla lista dei buoni propositi per l’anno nuovo, noi de Il Giornale del Lusso abbiamo stilato anche quella dei brand di lusso che più ci hanno fatto sognare in questo 2011.
Ve ne abbiamo ampiamente parlato nell’arco di questo anno non facile per l’economia globale e soprattutto per quella italiana. Non è stato un lavoro semplice cercare di mostrare il volto della medaglia più luccicante, avendo come contraltare le notizie dei telegiornali con spread altalenanti, la recessione incombente, le dimissioni di Berlusconi e l’arrivo di Monti con la sua squadra di tecnici.
Si, ci siamo focalizzati sul “ mondo del lusso”, ma ne abbiamo anche saputo cogliere gli aspetti più charity e di sostegno a una realtà economica che può essere stata aiutata da questo fronte “lussuoso” che comunque, di fatto, ha cavalcato la crisi.
Ne abbiamo parlato anche semplicemente per il gusto dello show off nel mostrare cose belle che non precludono la possibilità di sognare.
Ecco la nostra top 5 dei brand italiani del 2011:
Brunello Cucinelli: il 2012 per lui sarà l’anno della quotazione in Borsa, ma nel 2011 ha voluto dare un esempio concreto di aiuto all’Italia con il restauro dell’Arco Etrusco di Perugia. Nella sua azienda gli operai non timbrano il cartellino, 20% in più di stipendio per aiutarli a sopportare la crisi, niente straordinari per dare più spazio alla vita personale. Tutto ciò rende amichevole una fabbrica dove è insita la convinzione che ogni essere umano ha una scintilla di genio da impiegare nella vita.
Tod’s Group Spa: il patron Diego Della Valle gestisce l’azienda con un fatturato miliardario ma non manca di far risaltare il valore umano, inserendo nella propria sede centrale vicino ad Ancona una palestra per il personale e un asilo per i figli dei dipendenti. Sensibile, inoltre è l’impegno per il patrimonio artistico del nostro Paese.
Luxottica: in questo 2011 ha voluto dare un aiuto concreto con l’iniziativa di job sharing che prevede un monte ore flessibile e più spazio al part time. Un occhio di riguardo anche per le carenze lavorative dovute a particolari patologie e una banca ore a sostegno della maternità/paternità. Una mano tesa ai dipendenti, che spesso devono mettere in secondo piano famiglia e bisogni pur di tenersi l’indispensabile posto di lavoro.
Prada: non c’e stata crisi per questo brand, che chiude in crescita con un +74,2% e una politica espansionistica di retail senza sosta. La quotazione alla Borsa di Hong Kong, poi. è stata un successone.
Bulgari: il settore della gioielleria, nonostante il delicato periodo, non vede crisi e continua ad incrementare il proprio fatturato. Dopo i successi di Milano e Bali, il Gruppo Bulgari Hotel ha deciso di aprire per la primavera del 2012 un nuovo hotel di lusso a Londra. E l’ingresso nella galassia Lvmh, da molti visto come una cessione dell’italianità alla Francia, è invece un riconoscimento dell’eccellenza della nostra artigianalità gioielliera.
Come detto il mondo del lusso è la “tigre” che cavalca la crisi!
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