Da bambine, quando la mamma cambiava le lenzuola al lettone dove dormiva insieme a papà, quasi tutte abbiamo giocato a fare la sposa, usando la federa del cuscino a mò di velo, un po’ per cercare di capire il perché di quel sorriso tanto smagliante della mamma in abito nuziale, ritratta nella foto in soggiorno, un po’ perché, in fondo, dentro ogni donna si nasconde sempre una principessa romantica.
Siamo quasi certi che leggendo queste parole, le virago in carriera di ultima generazione, quelle che “il matrimonio mai, è così demodé”, quelle che “a me un uomo non serve, ho già un lavoro affermato” avranno un rigurgito. Ma siamo altrettanto certi che vedendo le immagini del matrimonio – quello a sorpresa, in sordina nonostante la notorietà plateale degli sposi – di Angelina Jolie e Brad Pitt ha strappato loro, se non una lacrimuccia, quanto meno un sorriso.
Benché la coppia di celebri sposi sia riuscita nell’arduo intento di tenere nascosto per oltre una settimana le nozze, non appena la notizia ha preso piede, sono anche velocemente circolate le immagini dell’abito da sposa della Jolie (il primo tabloid a pubblicare è stato People), realizzando appositamente per lei da Donatella Versace in persona, e impreziosito da ricami naif che riprendono alcuni dei disegni fatti dai suoi piccoli (e meno piccoli) figli. Una cosa, questa, che strapperebbe, citiamo da Sex And The City The Movie, “una lacrima nuziale anche alla più scettica delle donne”.
Se è vero che non tutte possono permettersi un abito Atelier Versace disegnato e realizzato ad hoc dalla stilista in persona, è pur vero che sono tantissime le donne che pur di essere bellissime nel loro giorno speciale, spenderebbero una fortuna per l’abito da sposa, a costo di rinunciare a scarpe e borse, pur di mettere da parte i soldi necessari ad essere favolose. Questo ha fatto sì che non solo l’industria degli abiti da sposa proliferasse, senza conoscere crisi, ma ha spinto anche le case di moda più note a realizzare delle linee di abiti per le spose appassionate di grandi firme.
Pensiamo a Luisa Beccaria, ad Alberta Ferretti, a Valentino, a Max Mara, ad Armani, a Versace… giusto per fare alcuni nomi. Il mercato del matrimonio, nonostante pare che nessuno voglia più sposarsi (almeno in teoria), è uno di quelli più floridi, uno di quelli che continua a fare numeri e ad alzare fatturato. E non solo per ciò che concerne gli abiti. Anche gli shoes couturier, nasando la possibilità di guadagno, hanno cominciato a disegnare bridal collection nel solco della grande tradizione nuziale o cercando in qualche modo di rinnovare completamente, osando con colori e materiali particolarissimi. Vedi alla voce Giuseppe Zanotti Design.
Da quando le case di moda si sono lanciate nel business del matrimonio, le spose hanno scoperto di avere bisogno di cose di cui mai avrebbero pensato di avere bisogno: le borsette ad esempio, o i confetti griffati, o le bomboniere firmate da grandi designer. Un business ampiamente foraggiato anche dall’editoria che si è ritrovata a far fiorire sul mercato dozzine su dozzine di riviste riguardanti il mondo del matrimonio. Mondo che, a dispetto di quello che si dice, sembra non conoscere crisi. Anzi…
Pinella PETRONIO