di Pinella PETRONIO
In questi giorni di corse fra un evento e l’altro, arrampicata su tacchi da vertigine, tra un’installazione e le vetrine delle boutique di moda vestite a festa per il Salone del Mobile 2012, mi sono fermata un attimo. Mi sono fermata e, per un momento, ho messo da parte la frenesia tipica dei grandi appuntamenti meneghini e mi sono messa ad ascoltare.
La persona che ha rapito la mia attenzione, con i suoi modi garbati e il suo spessore culturale, è Giulio Cappellini, illustre designer che tutto il mondo ci invidia, che ho incontrato nella boutique di Tod’s, dove si trovava per festeggiare la Moda Design Week. Con lui abbiamo parlato di Made In Italy, arredamento ed ecosostenibilità. Ecco cosa mi ha raccontato.
Da Tod’s a Louis Vuitton, passando per Gucci, sono molte le maison di moda attive nel periodo del Salone del Mobile. Qual è il trait d’union tra moda e design?
Sia la moda che il design producono per il consumatore finale ed esistono sempre più contaminazioni tra questi due mondi che si influenzano a vicenda, traendo ispirazione l’uno dall’altro. Soprattutto in questo momento in cui i brand italiani devono cercare spazio nei mercati internazionali, lavorare sulla grande qualità dei prodotti, e non importa se stiamo parlando di una borsa, di un abito o di un divano, è assolutamente fondamentale. Per cui penso che questo avvicinamento faccia bene sia alla moda che al design.
Si sente sempre più spesso parlare di design ecosostenibile, è una tendenza del momento o ci si sta dirigendo verso un nuovo modo di interpretare il design?
Più che altro direi che è una necessità. Non possiamo né dobbiamo considerare la sostenibilità una tendenza, è una norma che deve entrare a far parte della filosofia e del progetto globale dell’azienda. Negli ultimi anni anche in Italia c’è una grandissima attenzione al sostenibile, cosa che nell’Europa del nord esiste già da moltissimi anni. Ricordo che, quattro o cinque anni fa, sono stato invitato a Stoccolma per una conferenza, la prima cosa che mi chiedeva la stampa era quale fosse il nostro rapporto con la sostenibilità. Oggi, fortunatamente, l’attenzione verso questo modo di intendere il design si sta sviluppando anche da noi. Insomma, arriviamo tardi ma arriviamo.
Il Salone del Mobile attira migliaia di visitatori da tutto il mondo, qual è il punto di forza del design Made In Italy?
L’Italia continua ad essere un grande bacino per il design, un raccoglitore di tendenze che arrivano da tutto il mondo. Il design Made in Italy è nato negli anni ’50 con un manipolo di imprenditori che hanno creduto nel design come forma di business e con un gruppo di allora giovani designers italiani. Oggi da parte dell’imprenditore italiano c’è ancora voglia di rischiare, di mettersi in gioco e di sperimentare, tanto che il sogno dei giovani, ma anche non giovani, designers mondiali è quello di collaborare con le aziende italiane, per cui dobbiamo lavorare continuamente sulla qualità. Nel mondo hanno buoni prodotti ovunque, noi in Italia dobbiamo lavorare non solo sul prodotto, ma anche sulla cultura e sulla qualità.
La casa è lo specchio dell’anima; com’è arredata la sua casa?
La mia casa è un caos come me stesso, un mix di oggetti contemporanei e degli anni ’50, oppure raccolti nei miei viaggi intorno al mondo, molte opere d’arte contemporanea, che amo e colleziono. Devo dire che rispecchia, forse, una tendenza attuale della casa, cioè non più una casa simile a quella delle altre persone, ma che veramente rispecchi se stessi. Questa tendenza alla libertà dell’espressione negli interni domestici è sempre più forte.
Quando crea, da cosa trae suggestione?
Ho la fortuna di viaggiare molto e dico che si può prendere ispirazione da tutto e ovunque nel mondo. Da una parte sicuramente, prendo spunto dalla natura, che in termini di colori e di texture ci dà sempre grandissime intuizioni e ci riporta a importantissimi ricordi, dall’altra mi piace molto pensare al futuro, ma guardando al passato. Non dobbiamo cancellare le nostre radici, per cui nel caso dell’Italia, la fantastica storia che abbiamo in termini di arte, di architettura e di design ci offre continue suggestioni.
C’è un oggetto di design che qualcuno ha realizzato e che, invece, avrebbe voluto realizzare lei?
Sicuramente le bellissime lampade di Achille Castiglioni, fatte 50 anni orsono e tuttora validissime, sono ancora oggi un oggetto meraviglioso e irripetibile.