L’epopea della wearable connection è appena cominciata: la tecnologia da indossare che trasforma i nostri pensieri e le nostre azioni in qualcosa di tracciabile da archiviare sui vari cloud per migliorare il nostro stile di vita o più semplicemente per soddisfare il nostro bisogno di raccontarci sui social network.
Questa in sintesi estrema è l’essenza di ciò che da qualche tempo ha cominciato ad invadere i mercati in termini di tecnologie intelligenti e al cui confronto gli smartphone sembrano oggetti di archeologia industriale.
Secondo lacune ricerche della società IHS, nel 2014 saranno venduti oltre 50 milioni tra braccialetti, orologi occhiali ed altri techno gadget da indossare.
Cifra che nel 2018 si stima possa superare i 180 milioni di pezzi.
L’ultima invenzione della Sony, lanciata recentemente sul mercato e ribattezzata lifelogging permette di registrare il blog della propria vita, utilizzando tecnologie che permettono di registrare, quasi in tempo reale le nostre azioni.
Uno smartband, ossia un braccialetto intelligente, una piccola telecamera da appendere al collo per prendere foto e immagini della giornata e, da ultimo, una app che sullo smartphone assembla il tutto creando il racconto visivo.
Tutti questi prodotti puntano sulla velocità di accesso alle informazioni e tanto saranno in grado di abbattere il famoso muro dei due secondi, tanto più avranno successo. I Google Glass ad esempio, hanno ridotto quasi a zero il tempo tra azione ed intenzione. Oltre a ciò questi oggetti dovranno essere anche di moda ciò a dire essere comunque bellissimi oppure invisibili e nascosti in oggetti di utilizzo comune.
In generale tutta la genia degli oggetti wearable hanno la caratteristica di portare le informazioni in maniera istantanea a colpo d’occhio, i comandi saranno sempre meno touch e sempre più gestuali e vocali.
Dopo gli occhiali, Google ha lanciato, il passato 19 March, Android Wear, una versione del suo sistema operativo per tablet e smartphone incorporato in oggetti più piccoli come anelli, braccialetti, etc..
In termini di strategia, Google fornirà, il cuore software a tutti coloro che inventeranno una sorta di technogadget, cercando in questo modo di bruciare le quote di mercato di Apple il cui orologio smart tarda ancora d arrivare.
Tra i primi oggetti ad utilizzare la tecnologia Android, ci saranno il G Watch (LG) e i Moto 360 della Motorola, orologi che potranno essere interrogati con la pronuncia ad alta voce di due semplici parole “OK GOOGLE” per gestire appuntamenti, chiamate, ecc.
I prodotti sono oramai moltissimi: Fin, un anello con sensori con le stesse funzioni di un mouse wireless; Hand Tree, cattura lo smog e lo trasforma in aria pulita, I’m tracer, si mette al polso dei bambini per non perderli mai di vista; Voice Dog, un collare che calcola calorie e spostamenti del cane, ed ancora altri.
Nonostante l’iniziale scetticismo a causa della valenza molto ludica dei techgadget, il loro utilizzo, secondo l’Istituto Humanitas di Milano potrebbe avere delle potenzialità anche in campo medico.
Tale Istituto sarà infatti, il primo centro italiano che utilizzerà i Google Glass in sala operatoria.
Ll’inventore di Evernote, P. Libin, la tecnologia più scaricata per tenere traccia di tutto ciò che giornalmente facciamo, è convinto che questa nuova tecnologia contribuirà a rendere tutti meno distratti e più intelligenti………Speriamo abbia davvero ragione lui!
*Former Partner Odgers Berndtson