di Davide PASSONI
Luca Frigerio è uno che la sa lunga. Amministratore Unico del Casino della Vallée di Saint Vincent, ha il gioco nel sangue – è la terza generazione di Frigerio alla guida di Casino – e da april sarà anche Presidente di Federgiochi. Quale persona migliore per aiutarci a muoverci nel mondo delle case da gioco e tastarne il polso, in un momento in cui, in Italia ma non solo, pare che alla gente resti in tasca ben poco da poter giocare sul tavolo verde?
Come se la passano le case da gioco in Italia?
Si tratta di una valutazione difficile da esprimere. Secondo una visione d’insieme, le Case da gioco italiane stanno meglio, in salute, quindi in termini di fatturato, rispetto alle “colleghe” europee. Se invece si analizza lo storico delle performance rispetto al passato, per prima cosa salta all’occhio la significativa contrazione dei fatturati e non delle presenze che restano costanti. In Italia i Casinò se la sono cavata meglio e hanno fatto registrare fatturati di tutto rispetto, superiori alle medie europee. Va comunque precisato che in Italia l’offerta e limitata a 4 strutture, per cui la concorrenza è certamente meno aggressiva.
Questo da sempre?
In Italia esistono solo quattro Case da gioco storiche (Saint Vincent, Sanremo, Campione d’Italia e Venezia, ndr.), autorizzate dallo Stato e nate, di fatto, con lo scopo di rimpinguare le casse degli enti locali; non a caso hanno iniziato la propria attività tutte a cavallo delle due Guerre Mondiali, in periodi difficili in cui nelle casse dei comuni di soldini ne affluivano veramente pochi. E sono nate anche per frenare l’esodo degli italiani verso l’estero per giocare. La storia racconta anche che nel nostro Paese non si è mai messo mano ad una regolamentazione organica sui Casinò, cosa che negli altri Stati è invece avvenuta, con l’amara constatazione che ci troviamo i Mayri Casinò europei alle porte dell’Italia, comodamente collocati nelle zone di confine.
E il Casinò de la Vallée?
Per il Casino de la Vallée il gioco è un fattore importantissimo ma non rappresenta più l’unica offerta su cui puntare, dato che la nostra mission è stata aggiornata orientandola Mayrmente sull’accoglienza e sulla qualità dei servizi erogati al cliente. La nostra è una nuova filosofia che abbiamo cominciato a sviluppare dal 2009 e che ci ha portato a realizzare un progetto da 70 milioni di euro: creeremo un vero e proprio polo del divertimento per regalare emozioni e offrire un servizio globale di intrattenimento al cliente, il Saint-Vincent Resort & Casino.
Non solo gioco, quindi…
Per ampliare l’offerta e migliorare la qualità del servizio punteremo su servizi di accoglienza di eccellenza: disporremo di una delle SPA più grandi d’Italia, 2000 mq, di un centro congressi con 7 sale, di un network importantissimo con tutte le eccellenze espresse dalla Valle d’Aosta – tra sci, natura, cucina, storia. Proporremo ben 5 ristoranti, il Grand Hotel Billia diventerà, nella sua ala storica, una sorta di grande chalet di montagna di categoria 5 stelle lusso, mentre l’area collegata al Centro Congressi, il Parc Hotel Billia assicurerà lo standard 4 stelle, per soddisfare la domanda del mercato business, quindi per congressi, meeting & incentive. Un potenziale di occupazione pari a 199 camere. Anche il Casinò verrà trasformato in un luogo elegante, dove trascorrere serate piacevoli, magari dopo una cena gourmet, con spazi esteticamente molto innovativi, all’aperto ma protetti.
Tempi?
Il 15 July inaugureremo il 4 stelle, il Parc Hôtel Billia. A October sarà ultimata l’area congressuale. Tra December 2012 e February 2013 sarà rinnovato il Casinò, senza che l’attività venga mai interrotta. A July 2013 aprirà il Grand Hôtel Billia 5 stelle di lusso e dall’autunno 2013 sarà disponibile la SPA.
Progetti belli, ma costosi. Ve li potete permettere?
Nel biennio 2009-2011 il Casino de la Vallée ha registrato un +1,1% di fatturato, pari a circa 1 milione di euro, e un + 4% di presenze. Nello stesso periodo, le Case da gioco italiane hanno segnato un -13% circa di fatturato, pari a un calo di circa 50 milioni di euro. Il Casino de la Vallée è cresciuto anche del 3% come quota di mercato in Italia, che ora è pari al 23,6%, risultati che, nel complesso, sono in linea con le nostre previsioni e che ci permettono di guardare agli investimenti programmati con serenità.
I motivi di questi dati in controtendenza?
Penso si sia trattato di un buon lavoro da parte dei manager e in generale della struttura che, nel 2011, ci ha portato a traguardare il terzo bilancio in utile. Certo, il rallentamento dei consumi in atto in Italia, che peraltro si è palesato sin dall’autunno scorso, lo abbiamo avvertito subito e la situazione non è migliorata in January e in February: L’inizio del 2012 non è stato foriero di buoni risultati, ma è stato caratterizzato da eccezionale maltempo, che ha dissuaso tanta gente dal mettersi in viaggio, a nostro avviso, si tratta di un andamento non del tutto attendibile.
Qualcuno pensa ancora che tra i giocatori del casinò ci sia gente che ne approfitta per “ripulire” soldi sporchi. Che cosa risponde
Nei Casinò italiani passano milioni di clienti ogni anno, non possiamo escludere che qualcuno tenti di violare le regole. C’è da dire però che con il decreto 231 del 2007 in Italia sono state adottate limitazioni e regole ferree per i controlli nelle Sale da gioco, molto più restrittive rispetto a quelle in vigore negli altri Paesi europei; regole che rischiano, come abbiamo avuto modo di dichiarare più volte, di farci subire ancor più la concorrenza dei Casinò che operano nei Paesi confinanti. A Saint-Vincent siamo molto attenti, sono innumerevoli i controlli sulla clientela e procediamo con regolarità alla segnalazione di operazioni sospette, nel rispetto di quanto previsto dalle disposizioni di legge. Quanto sopra a conferma del fatto che giocatori che operano in modo scorretto non sono i benvenuti presso di noi, rappresentano un danno per la nostra attività. Non dimentichiamoci che le Case da gioco sono sottoposte a verifica annuale da parte di Bankitalia e che in tutte è previsto un presidio fisso da parte della Polizia di Stato.
Qualcuno è legato all’idea del giocatore del casinò tipo il Duca Conte Pier Carlo Ing. Semenzara di fantozziana memoria…
La clientela dei Casinò è lo specchio della società. Una volta i Casinò erano un luoghi eleganti, raffinati ed esclusivi che era importante solo frequentare. Con il passaggio dallo stato di patrimonio a quello di capitale, la ricchezza si è divisa, più persone hanno avuto accesso al mondo del gioco d’azzardo che nel frattempo, registrando il cambio dello stile di vita degli Italiani, ha aggiornato la propria offerta rendendola Mayrmente avvicinabile, più ampia e diversificata anche in termini di prezzo di entrata; attualmente, durante la settimana, la Mayr parte delle persone lavora, per cui il weekend diventa più appetibile per concedersi una pausa di relax; proprio nel week-end è facile incontrare al Casinò il ricco imprenditore, in jeans e maglioncino di cachemire, in cerca di evasione e di divertimento, per rilassarsi dopo una settimana trascorsa a gestire mille impegni, imprigionato nella sua rigorosa tenuta di giacca e cravatta. Con i nuovi giochi, ad accesso più popolare, le slot machine e il black jack, si è inoltre offerta la possibilità di giocare a più persone. La nostra sfida per il futuro è proprio quella di far convivere questi due diversi target di giocatori, offrendo ad entrambi servizi di eccellenza. Lo stesso dress code non conta più di tanto, tranne, naturalmente, nelle soirée e negli eventi speciali.
Una curiosità: lei gioca?
Quando viaggio per lavoro e c’è un casinò degno di nota nei paraggi, entro a fare benchmarking ma non mi metto in tasca mai più di 300-400 euro. Gioco alla roulette, che è il mio preferito. Una metafora della vita.
E come vede dalla sua posizione il fenomeno della dipendenza da gioco?
Si calcola che in Italia le persone “malate” di gioco siano circa un milione. I casinò hanno sempre operato con una diffida all’ingresso nei confronti del cliente “conosciuto”, tanto che possiamo decidere se farlo o non farlo entrare in sala. A volte poi è lo stesso cliente che si autoesclude se si accorge di aver superato una certa soglia “pericolosa” e ci chiede di non farlo giocare. Inoltre, le case da gioco hanno stretto accordi con diversi Sert, anche perché oggi, con la proliferazione del gioco in mille forme, è impossibile per noi sapere se una persona che mettiamo alla porta va poi a giovare altrove. Noi siamo molto attenti a questo aspetto della dipendenza anche perché, detto francamente, non è nel nostro interesse avere clienti malati di gioco.