Uno spazio industriale, la Galleria Assab One, capace di tornare a vivere grazie alla perizia e all’arte di un gruppo di studenti che ha collaborato con uno dei maestri della moda e del lusso made in Italy, Romeo Gigli.
Un gioco di luci e di interazione con il pubblico – spettatore-attore – che ha lasciato senza fiato. Modelle bellissime, colori strepitosi. Luci, geometrie e spazi giocano tra loro nella performance messa a punto dal fashion designer insieme alla scuola NABA di Milano.
Una kasbah onirica che racchiude tutto l’espressionisimo e la sapiente manualità di alcuni studenti del biennio di Fashion and Textile Design della Naba: da January alla data dell’evento, avvenuto in occasione della Milano Fashion Week, ciascuno si è messo all’opera per tirare i fili della propria idea e della propria interpretazione personale di un paesaggio metropolitano dove culture diverse si incontrano e si miscelano.
Sono 30, in tutto, gli abiti raccontati dalle strepitose modelle, che prendono letteralmente per mano e accompagnano i presenti alla scoperta di un percorso che cattura tutti e cinque i sensi.
Il risultato? Lasciamo le impressioni al maestro dell’ago e del filo che ha dato forma al tutto, Romeo Gigli.
Dopo tanti mesi di lavoro, qual è il suo commento su questa serata?
La gioia di vedere dipinti sul volto dei ragazzi Naba lo stupore e la gioia.
È fondamentale stimolare il racconto e il sogno.
La Moda e il Design devono ritrovare la loro magia.
Milano capitale della moda e dell’arte: l’ago e filo possono sopravvivere solo in questa ottica, oppure crede che ci sia spazio ancora per telai e manifatture ad alta artigianalità, in un momento in cui tutti puntano sui materiali tecnici?
L’artigianalità è il grande punto di forza del nostro paese, mi sembra fondamentale, soprattutto in questo momento storico, per poter sottolineare ancora una volta cosa l’Italia è in grado di produrre con la sua cultura e creatività.
Pensa di replicare l’evento, perché non all’estero?
Mai dire mai e poi i progetti diventano tali quando vengono donati agli altri.
Paola PERFETTI