“Chiudete il negozio di scarpe della #Littizzetto #sanremo13”. “Con quelle scarpe lì la Littizzetto ha rischiato di pagare l’IMU come palafitta. #CastigaSanremo #Sanremo2013 #sanctusremus”. “Luciana #Littizzetto: calzature evidentemente fornite da Ortopedia Ronconi, (Scarpe Ortopediche Roma) #sanremo”. E questi sono solo alcuni dei tweet piovuti sul social network a commento delle scarpe indossate dalla comica, attrice e presentatrice durante il Festival di Sanremo.
Fosse stato un altro avrebbe chiuso bottega, fatto fagotto e aperto un chiringuito sulla spiaggia di Bali. Ma Riccardo Rizieri, invece, legge i tweet al vetriolo e non può fare a meno che ridere di gusto. “Mi sono divertito da matti” – ci racconta al telefono – “Ho letto commenti davvero spassosissimi”. Del resto, la massima secondo cui l’importante è che se ne parli non è propriamente sbagliata. Se, infatti, in molti hanno avuto da che ridire sulle sue scarpe ortopediche, molte altre, capitanate da Francesca Senette, se ne sono perdutamente innamorate. A tal punto che durante il Festival di Sanremo, lo shoes designer è stato sommerso da richieste di donne che volevano assolutamente comprarle e di altre che, disperate per i loro piedi piccoli, al pari di quelli di Lucianina, gli hanno chiesto accorato aiuto.
Come ha vissuto la polemica sulle sue scarpe che si è scatenata su Twitter durante Sanremo?
In realtà, sono stato felicissimo di tutta la bagarre che si è creata. Anche perché più se ne parla, meglio è. Credo sostanzialmente che internet sia un mezzo molto democratico, perché dà a chiunque la possibilità di dire la propria, anche a chi non ha le competenze necessarie. Quindi, non bisogna prendere tutti i commenti troppo seriamente, bisogna mantenere sempre una certa distanza. Persino Gramellini nei panni di intervistatore a Che tempo che fa ha commentato la diatriba sulle scarpe di Luciana e sul fatto che in cinque serate non le abbia mai cambiate.
Come mai secondo lei ha voluto mettere sempre lo stesso paio di scarpe?
Mah, l’ho incontrata in Rai e mi ha confessato che ha preferito indossare sempre le stesse per una questione di mera comodità. Ma, avendole fatte personalmente io, so bene che le altre 19 paia non erano affatto scomode. Quindi, volendo ipotizzare, penso che possa esserci una componente affettiva o, forse, anche leggermente scaramantica: si è trovata bene la prima sera e ha preferito continuare ad indossarle. Del resto, rendiamoci conto che Luciana è una donna che non porta i tacchi, che ha sperimentato con me le sue prime scarpe alte e che fino a uno-due anni fa andava in scena in ballerine. Quindi per lavorare con lei, ho dovuto eliminare i tacchi a spillo e tutti quegli elementi che rendono la scarpa più vezzosa, ma certamente più impegnativa nella camminata.
Siamo curiosi a questo punto di sapere come erano le altre 19 paia di scarpe che aveva progettato.
Sempre ovviamente studiate in base alle sue esigenze e considerando il fatto che Luciana Littizzetto porta un 33 e ½, ma comunque molto belle. Ne avevo realizzate in color carne, argento, oro, nero di vernice e molte altre. Il progetto era molto ampio e articolato: avevo fornito per le 5 serate una vasta scelta di calzature. Poi lei ha optato evidentemente per quelle alte in suede nero, che avete avuto tutti modo di vedere.
Lei ha letto la pioggia di tweet al vetriolo?
Certo che li ho letti e le dirò di più: mi sono tanto divertito! Ho trovato commenti davvero spassosissimi.
Che cosa ne pensa di quello che ha scritto Selvaggia Lucarelli?
Beh, a proposito di quello che ha scritto lei, rido un po’ meno: mentre il commento di un utente qualsiasi può fare sorridere, quant’anche negativo, quello della Lucarelli no, perché lei è un’addetta ai lavori.
Come si fa a creare scarpe per una donna minuta e con piedi tanto piccoli?
Sostengo da sempre che le scarpe siano delle piccole opere d’architettura. A Mayr ragione nel suo caso. Senza andare troppo nel tecnico, ci siamo resi conto che Luciana oltre una certa inclinazione non poteva andare e quindi sarebbe stato inutile proporle delle scarpe molto inclinate. Nel contempo, era improponibile eliminare il plateau a meno di abbassare notevolmente i tacchi. Per questo, tra le altre, le ho consegnato anche delle décolléte tacco 6 senza platform. Ma poi evidentemente lo staff stilistico ha optato per le scarpe alte e quelle dovevano per forza avere il plateau. Ogni cliente ha le sue esigenze e io ho ascoltato anche le sue di esigenze.
Francesca Senette, invece, se ne è innamorata perdutamente.
Sono molto contento per il giudizio positivo della Senette. Anzi, le dirò di più: da quando è partito Sanremo il mio sito è stato preso d’assalto, sono arrivate tantissime richieste di quel modello e di donne con i piedi molto piccoli, perché facessi le scarpe anche per loro. Se ci sono stati tanti detrattori, bisogna anche dire che in molte mi hanno domandato proprio il modello di scarpa indossato da Luciana.
È stato un successone, quindi…
Sì. Sono davvero felicissimo per tutto, comprese chiacchiere e polemiche. Ci sta, fa parte del gioco. Penso che anche se le avessi fatte in foglia d’oro, qualcuno avrebbe avuto da ridire.
Pinella PETRONIO
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