L’abito non fa il monaco, si dice. A meno che l’abito non sia di alta tradizione sartoriale italiana. Eh, già. Perché quando nel mondo si pensa alla moda uomo italiana, immediatamente vengono alla mente gli impeccabili abiti sartoriali, indossati da Marcello Mastroianni, portatore sano di stile italiano, o quelli di Tony Servillo nei panni di Jep Gambardella che ha affascinato tutti con i suoi meravigliosi vestiti della scuola sartoriale napoletana, dimostrando a tutti che il Made in Italy è tutt’altro che morto.
Ma se è vero che merito della diffusione dello stile italiano è dei grandi attori della nostra tradizione cinematografica, altrettanti vero è che moltissimo si deve ai grandi artigiani italiani, alle menti creative del nostro Paese e alla bellezza dei tessuti prodotti con materie prime interamente Made in Italy. Tombolini, marchio italiano maestro nell’unire tradizione e innovazione, è sicuramente uno di quei brand che portano in alto la bandiera della nostra nazione. Abbiamo avuto il piacere di parlare con Fiorella Tombolini, presidente della Eugenio Tombolini Spa Holding, che ci ha raccontato del brand e dei progetti di espansione sui mercati.
Come nasce la Zero gravity Jacket?
Siamo stati i primi a presentare questa idea, che nasce dalla ricerca nel nostro archivio e dalla volontà di realizzare un abito innovativo che fosse il più leggero possibile (il peso complessivo dell’abito è di circa 400 grammi), perché ci rivolgiamo a uomini che viaggiano e lavorano. Questo capo, poco appariscente ma di sostanza, è stato apprezzato molto in tutti i mercati esteri, in particolare la Russia.
Usate il jersey per lo smoking… innovatori come Coco Chanel?
La ringrazio per l’accostamento importante… Ma in effetti va a ruba tra i ragazzi che amano indossarlo con una camicia bianca, senza sparato e spesso con cravatta nera di seta stretta, al posto del papillon. Ai piedi sneaker nere o bianche. Per i giovani il drop è 8, ma poi ci sono anche i tuxedo classici e una collezione “Event” per tutte le età.
Quali sono i materiali che preferite utilizzare?
Tutte le collezioni Tombolini sono ricche di capi sofisticati per una moda esclusiva dedicata all’uomo (ma anche alla donna) che ama vestirsi con ricercatezza, ma con praticità. I materiali che utilizziamo variano dalla lana al cashmere e dalla seta al lino. Sempre in tema di innovazione in occasione dell’ultimo Pitti a Firenze abbiamo presentato la Zero Gravity realizzata in Ice Wool, una tecnica di tessitura naturale che assicura alle fibre nobili le stesse prestazioni dei tessuti tecnici sportivi. E’ impermeabile e resistente all’acqua e alle variazioni termiche e la sua freschezza non trova paragoni possibili.
Cosa significa per Tombolini “Made in Italy” e quanto è importante per l’azienda?
“Il futuro ha radici antiche” diceva mio padre. Questo messaggio per Tombolini è assolutamente attuale: in Cina come negli Stati Uniti, in India come in Russia o in Medio Oriente, come in tutto il mondo, il cliente, quando indossa un abito vuole sentirsi dentro questi valori, capaci di arricchire in maniera fondamentale un prodotto come il capospalla e renderlo innovativo… Per questo Tombolini si presenta sui mercati esteri con tutte le migliori ‘armi’ del nostro Sistema Paese.
Quanto è importante il legame con il territorio?
Quando parlo di “Made in Italy” potrei addirittura dire “Made in Marche” in quanto l’azienda è quasi interamente strutturata nel territorio marchigiano, questo è quello che ci premia. Il legame con il territorio è un valore aggiunto delle nostre collezioni.
Che cosa ne pensa di quelle aziende che hanno scelto di delocalizzare la produzione?
Sono strategie “anticrisi” che talvolta si rendono indispensabili ma possono essere scelte a breve termine; per Tombolini però la rinuncia al “Made in Italy” è impensabile in quanto il nostro cliente lo esige come sigillo di qualità e valore aggiunto del prodotto.
La vostra azienda ha una storia importante. Come si fa a rimanere sulla cresta dell’onda nonostante la crisi?
In un momento sicuramente non facile per tutti i settori dell’economia, Tombolini vuole proseguire con forza e convinzione nel suo piano di sviluppo strategico internazionale cercando di dare respiro alla propria attività attraverso importanti segnali a livello mondiale. Il 2013 ha visto importanti aperture internazionali di shops Tombolini che costituiscono per noi un motivo di grande orgoglio e rappresentano soltanto la fase iniziale di un piano ambizioso e stimolante, che permetterà una significativa espansione a livello mondiale nei prossimi anni. Il trend evolutivo del lusso sta salendo verso il super lusso e Tombolini vuole essere presente in una fascia di mercato alta, fatta di gusto e passione per il bello, con un brand espressione del nostro Paese, visibile e forte nel tempo. Un brand capace di offrire un prodotto anche su misura ad un prezzo competitivo rispetto alle emozioni che suscita nel cliente e assolutamente al passo coi tempi, basti pensare alla linea B.B. (Businnes Blazer) pensata per l’uomo che viaggia, realizzata in tessuto antibatterico e ricca di dettagli esterni ed interni – (come il porta sigaro, il portagiornale o il portachiavi).
Quanto incide sul vostro bilancio l’export?
Ci sono mercati che, più di altri, volete conquistare?Il nostro fatturato deriva per circa il 70% dall’estero. Per questo stiamo portando avanti un progetto capillare di internazionalizzazione, che punta all’Est e Nord Europa, al Nord e Sud America e ai nuovi mercati . Questi ultimi stimiamo che conteranno circa il 25% delle nostre vendite, con in testa Medio Oriente, Cina, Giappone, Corea. La Russia per noi in questo momento rappresenta una grossa opportunità, anche perché stiamo avendo dei riscontri molto positivi. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo notato che i clienti russi stanno cambiando e affinando il proprio gusto, in particolare nelle ultime due o tre stagioni c’è stato un Mayr apprezzamento per i capi di tradizione italiana di un certo livello.
Pinella PETRONIO