di Alfiero MASSIMINI*
La settimana scorsa abbiamo visto un breve accenno alla storia di tre ville storiche splendidamente posizionate sulle rive del Lago di Como.
Oggi, vedremo insieme qualche informazione su altre dimore d’epoca che hanno contribuito a consolidare il prestigio di questo splendido lago.
È interessante notare che la Mayr parte delle più belle ville storiche lariane fu edificata tra la fine del Cinquecento e la metà dell’Ottocento, sulle sponde del cosiddetto ‘ramo nobile’, che va da Como a Bellagio.
Sebbene sul Lago di Como vi siano molte splendide proprietà, per questione di spazio ne potrò citare solo tre. Se qualcuno di voi volesse approfondire la conoscenza sulle ville aristocratiche comasche, suggerisco la lettura di due libri: “Viaggio pel lago di Como di Poliante Lariano” del conte Giovanni Battista Giovio, pubblicato nel 1818, e “Voyage pittoresque et historique du Nord de l’Italie”, pubblicato nel 1807 da Brunn-Neergaard.
Villa Saporiti
Di forte impronta neoclassica, fu costruita sul lungolago di Como-Borgovico tra il 1790 e il 1793 su progetto di Leopoldo Pollack, al quale fu commissionata dalla marchesa Eleonora Villani, discendente degli Sforza Visconti di Caravaggio.
Nel 1858, i Villani persero la proprietà della casa, che fu acquistata all’asta dal marchese Marcello Rocca Saporiti, da cui prese l’attuale nome.
È nota per la singolarità del disegno dell’edificio, caratterizzato dall’ampio salone ellittico (di qui la denominazione ‘La Rotonda’) con cui la villa viene tuttora ricordata.
Il salone curvilineo è infatti la parte più interessante del progetto; la sua sagoma curva, che si affaccia sul giardino, caratterizza decisamente l’edificio. I brevi parterre e le aiuole fiorite, compongono una vivace cornice in cui è inserita la villa.
A Villa Saporiti soggiornarono illustri ospiti, fra i quali Napoleone, la regina Isabella di Napoli, lo zar Alessandro II° e Ferdinando D’Austria. Interessante anche il giardino che la circonda e il belvedere sul lago, dal quale è possibile ammirare il tranquillo ed accattivante paesaggio lariano.
La villa passò dalla famiglia Rocca-Saporiti ai marchesi Gropallo, che infine la vendettero all’Amministrazione Provinciale di Como.
Villa Fontanelle/Versace
Villa Fontanelle fu edificata sulle rive di Moltrasio per conto di William ‘Carlo’ Currie, un eccentrico oriundo italo-inglese, Mayre nell’esercito di Sua Maestà Britannica. Passò poi di mano un paio di volte, prima ad Antonio Besana, amico di Giuseppe Verdi ed infine, dopo alcuni passaggi interni alla famiglia, fu acquistata dai conti Cambiaghi.
Oggi è meglio conosciuta come Villa Versace, dato che fu acquistata nel 1977 da Gianni Versace, che la trovò in pieno stato di abbandono e la riportò agli antichi splendori neoclassici, dedicando una particolare attenzione al giardino all’italiana, per il quale Gianni convocò nientemeno che Roy Strong, il ‘landscaper’ della regina Elisabetta II.
Ha un impianto planimetrico a base rettangolare e si sviluppa su un blocco di tre piani fuori terra, caratterizzato da semplici cornici alle finestre e motivi a finto bugnato sugli spigoli.
La facciata verso il lago presenta una scalinata a rampe simmetriche, che consente di accedere all’ingresso sul piano rialzato e da un balcone al primo piano, che porta all’elegante lusso del giardino che si affaccia sulle rive lariane.
Nel 2008, Villa Versace è stata venduta al mecenate russo Arkady Novikov, che iniziò come cuoco in un ristorante di Mosca e oggi è a capo di un impero di 45 locali ed alcune aziende di catering di lusso con 14mila dipendenti. Nokirov, nel 2009 ha presentato al comune di Moltrasio un progetto per realizzare uno splendido giardino d’inverno, destinato ad impreziosire ulteriormente la villa. Non vi è certezza sull’importo effettivamente pagato dal facoltoso uomo d’affari, ma si vocifera di almeno 33-35 milioni di euro.
Colpisce il fatto che i Versace abbiano venduto la villa senza gli arredi, un tripudio di mobili in stile impero, quadri e statue d’ispirazione classica, che poi a Londra Sotheby’s ha battuto all’asta per oltre cinque milioni e mezzo di sterline (oltre sei milioni e ottocentomila euro), a testimonianza della loro grande qualità.
Villa Olmo
Villa Olmo, fu così chiamata perché era ubicata all’interno di un antico bosco d’olmi dove, anche se non ne abbiamo prova, si ritiene che sorgesse la villa di Plinio il Giovane.
Fu commissionata all’architetto Simone Cantoni dal marchese Innocenzo Odescalchi; i lavori iniziarono agli inizi del 1782 e terminarono nel 1796.
Il risultato fu un grandioso esempio di architettura neoclassica lombarda, con un corpo allungato dal quale, alla fine dell’Ottocento, vennero eliminate le due ali protese verso il lago.
L’interno è ricco di raffinate decorazioni con stucchi ed affreschi, specialmente il grande salone a doppia altezza e l’imponente atrio a tre piani (di fine Ottocento).
Il grande giardino presenta una zona all’italiana, verso la riva, ed una all’inglese, ubicata sul retro della villa.
La sontuosa proprietà vide prestigiosi ospiti, fra i quali il generale Bonaparte (nel 1805 la sua prima moglie Giuseppina visitò di nuovo la villa), la Regina delle Due Sicilie Maria Cristina, l’imperatore d’Austria Ferdinando I (accompagnato dal principe Metternich e dal maresciallo Radetzdy), Ugo Foscolo ed anche Giuseppe Garibaldi, che qui conobbe la sua prima moglie Giuseppina (figlia illegittima, ma riconosciuta, del marchese Raimondi).
Nel 1924 venne acquisita dal Comune di Como, che vi ha ospitato, negli anni, l’Esposizione Internazionale per il centenario della morte di Alessandro Volta, congressi, spettacoli e numerose mostre d’arte.
Dal 1982 è sede del Centro Volta, che vi organizza le sue manifestazioni internazionali.
*CEO The Art of Living – [email protected] – www.villedasogno.net –www.immobilireddito.com