di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo ancora: esiste un legame magico ed indissolubile tra l’orologeria e l’aviazione. Facciamo un salto indietro nel tempo al 1957: la compagnia di bandiera scandinava Sas inaugura la prima rotta polare e la Maison elvetica Universal Genève ha l’onore di fornire il segnatempo ufficiale degli equipaggi di bordo, il modello Poulerouter. Perché questa richiesta è stata fatta ad Universal Genève? Per scoprirlo facciamo un altro balzo nel tempo, questa volta di oltre un secolo…
La casa ginevrina nasce nel 1894 come società che distribuisce prestigiosi marchi elvetici in tutto il mondo e quarant’anni dopo, nel 1934, decide di compiere il grande salto, diventando a sua volta manifattura. Da subito il focus è su modelli atti a supportare attività quali lo sport in generale ed il volo in particolare. Va da sé che l’orologio simbolo della casa divenga da subito il cronografo: sempre nel 1934 viene lanciato il modello a due pulsanti denominato Compur, autentica novità ai tempi. Due anni dopo viene impiegato per la prima volta il leggendario nome Compax per un cronografo che vanta anche il contaore.
Il Compax negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso diviene sinonimo di cronografo tanta è la sua diffusione, soprattutto in Italia. In quel periodo vengono lanciati il Dato-Compax (con datario), il Medi-Compax (con scala pulsometrica) e le due leggende Aero-Compax e Tri-Compax. Aero-Compax è un bellissimo crono a tre contatori con la peculiarità del quarto quadrantino ad ore dodici denominato “memento”: si tratta di un orologio addizionale (non dotato di movimento) con lancette di ore e minuti che attraverso la corona posta ad ore nove, simmetricamente sulla cassa rispetto a quella di carica e regolazione del movimento, consente d’impostare l’ora di inizio di una qualunque attività, consentendo così di ricordare quando una certa operazione inizia e poi di verificare da quanto dura. Dal nome del modello è facile intuire che Universal Genève pensava ai piloti di aereo che devono monitorare il volo quando ha ideato questa funzione… Tri-Compax è invece il nome del modello più famoso (dovremmo dire “glorioso” visto che questo era l’appellativo con cui veniva identificato ai tempi!) della Maison ginevrina: un cronografo a tre contatori – con questa dizione intendiamo che dispone di conta minuti, conta ore e piccoli secondi su quadrantini separati – contraddistinto dall’aggiunta del calendario completo che prevede finestrelle per i mesi a ore due e i giorni della settimana a ore dieci, quadrantino al dodici per la data a lancetta con al suo interno le fasi lunari. Il Tri-Compax è un vero è proprio orologio complicato che raggiunge un successo incredibile per oltre trent’anni e resta in catalogo fino agli Anni Settanta.
Come per molti altri produttori del settore questo è il momento dell’oblio che dura fino a fine Anni Ottanta, quando anche Universal Genève risorge a nuova vita e per celebrare il ritorno e l’euforia di quei giorni pensa di rispolverare il mitico nome Compax per un cronografo estremamente filologico con un esplicito riferimento agli anni d’oro della Maison: nasce il Compax 1950.
Il modello viene lanciato a Basilea 1992 nelle versioni tutto oro, oro e acciaio e solo acciaio. La cassa è l’esatta replica di un modello di quarant’anni prima, vanta anse slanciate che la avvolgono e ad essa si fondono in un insieme perfettamente tondo e levigato, è sormontata da due differenti tipi di lunetta: la prima è liscia e sottile, riservata ai modelli di stampo classico quali il tutto oro, la seconda, più grande, genera un grazioso svaso che porta ad espandere il diametro della cassa stessa e viene dedicata ai modelli più sportivi in acciaio ed acciaio e oro. Alla purezza degli esemplari classici in oro con quadrante nero o bianco noi preferiamo la grinta, in realtà sempre stemperata, dei pezzi con lunetta svasata riportante la scala tachimetrica a contrasto. Degni di nota a nostro avviso sono i modelli tutto acciaio ed acciaio/oro giallo con quadrante argentè, i tre contatori crono a contrasto neri che riprendono la lunetta anch’essa nera oltre al cinturino in cocco della medesima tonalità: dotati di eleganti lancette dauphine per ore e minuti riescono a compendiare in modo splendido nitidezza, eleganza e sportività. Se poi optate per il modello acciaio ed oro la lunetta realizzata in materiale prezioso ha all’estremità una delicatissima lavorazione godronata che crea un effetto di luce unico. Le dimensioni della cassa variano dai 35,5mm del modello in oro fino ai quasi 37mm degli sportivi, che vantano pure un’ottima impermeabilità a 10 atmosfere assicurata da corona e fondello avvitati. Per tutti il calibro è l’ancora attuale base Lemania 1873 (lo troviamo ai giorni nostri all’interno dell’Omega Speedmaster Moonwatch), meccanico a carica manuale oscillante a 21.600 alternanze orarie.
Il Compax 1950 è stato un grande successo di pubblico e di vendite, considerato anche il fatto che veniva offerto ad un prezzo molto interessante.
Malgrado questo l’avventura di Universal Genève ha subito negli anni a seguire alterne fortune ed oggi il brand non viene più distribuito in Italia in modo ufficiale e la sua gamma non è abbastanza forte per reggere il passo della concorrenza.
Resta comunque un nome che ha scritto pagine indimenticabili di storia ed i suoi modelli d’epoca vantano un notevole interesse collezionistico. Aero-Compax e Tri-Compax sono sicuramente i più ambiti ma data l’ormai veneranda età (in media cinquanta/settant’anni) diventa sempre più difficile trovare esemplari in buone condizioni e con componenti originali, oltretutto i prezzi sono spesso abbastanza elevati. Diverso il discorso Compax 1950, più facile da reperire in eccellenti condizioni (parliamo di modelli con dieci/venti anni di vita) grazie anche all’ottima meccanica Lemania: se siete fortunati potete trovare ancora qualche esemplare mai indossato in circolazione a prezzi da realizzo. Se vi capita approfittatene: entrerete nel mondo Universal Genève dalla porta principale e potrete apprezzare il fascino della Maison che ha letteralmente “messo le ali” al cronografo!