Di lui i giornalisti americani scrivono che è “La Rolls Royce della moda”. Loro vanno completamente pazzi per il suo stile senza tempo e noi ne siamo assolutamente fieri. Stiamo parlando di Valentino Garavani, orgoglio tutto Made in Italy. O come tutti lo chiamano, togliendo quel cognome che fa tanto formale, Valentino.
Un sogno coltivato sin da bambino. Un sogno custodito e nutrito giorno dopo giorno, con passione, sacrificio e devozione, che l’ha portato a diventare per tutti un imperatore, “L’ultimo imperatore della moda”.
Il couturier è da sempre stato arso dal sacro fuoco della creatività, un fuoco che lo ha accompaganto tutta una vita e che non smette di ardere nemmeno oggi che ha affidato (ormai da 4 anni per la verità) la direzione creativa a Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, e che compie 80 anni. Ma non ditelo in giro, non vuole che si sappia.
L’Imperatore nasce a Voghera l’11 May del 1932. La sua infanzia, vissuta disegnando abiti e realizzandone per la zia che aveva un negozio di passamanerie, è stata contrassegnata da una precoce vocazione, fortemente sostenuta dai genitori, che l’ha portato a soli 17 anni a Parigi dove, insieme a Monsieur Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent, vince un concorso della Camera della Moda Francese, fa pratica da Jean Desses e Guy Laroche. Nel 1959 torna in Italia e viene adottato da Roma dove aprì, grazie all’aiuto dei genitori, un atelier e conobbe Giancarlo Giammetti, che per lui lasciò i suoi studi in architettura e con cui intraprese una lunga e intensa relazione d’amore e a cui il couturier italiano affidò tutta la parte business.
Il successo lo bacia nel 1962, quando sfila nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, mentre la consacrazione definitiva arriva nel 1968 con la collezione tutta bianca, ma soprattutto grazie alle dive di tutti i tempi, da Liz Taylor a Jackie Kennedy, da Sofia Loren a Gwyineth Paltrow, da Claudia Schiffer a Elle McPherson, che l’hanno scelto e amato con la stessa devozione con cui si ama un amante. A tal proposito racconta Giammetti: “La grandezza di Valentino è di aver vestito Jackie Kennedy come anche Gwyneth Paltrow 40 anni dopo, Liz Taylor ai tempi di Cleopatra come Nicole Kidman e Charlize Theron. La sua forza è stata di avere uno stile senza tempo: se n’è fregato di rivoluzionare la moda, ha sempre creato abiti per donne che vogliono essere belle“. Mai parole furono più azzeccate.
Al contrario del suo grande addio, quando a Roma fu organizzata una tre giorni di celebrazioni, con tanto di mostra all’Ara Pacis e due feste sontuose, i suoi ottant’anni saranno festeggiati in famiglia, tra pochi amici intimi, le sarte a cui il couturier è legatissimo, e stretti collaboratori, anche perché è pronto a volare alla volta di New York dove sarà impegnato nella realizzazione dei costumi per uno spettacolo che si terrà il prossimoSeptemberal New York City Ballet. Qualcuno però, in realtà, vocifera che a July ci sarà una grande festa con personaggi del jet set internazionale e teste coronate, come si conviene ad un vero imperatore.
“Questa era la mia passione: creare abiti, per tutto il resto sono un disastro!”. Grazie, Maestro.
Pinella PETRONIO