Chi non ha mai navigato con la fantasia? Non fa eccezione Pierfrancesco Favino, che dal cassetto in cui tutti noi riponiamo sogni e desideri ha tirato fuori uno yacht.
A mettere sulla carta la barca dei sogni dell’attore è la matita di Christian Grande, pluripremiato yacht designer.
La sfida è quella di affrontare la genesi di uno yacht 100% custom, attraverso la progettazione reale, dagli sketch iniziali ai render esecutivi, di un’imbarcazione ad immagine e somiglianza dell’attore.
Ma quali sono le caratteristiche dello yacht sognato dall’attore? In poche parole: valori della vita familiare, rispetto per la natura ed un “elogio della lentezza”, ovvero la capacità di godersi il viaggio. Da questo punto di partenza è nato un catamarano dislocante di 21 metri, ovvero un mezzo per navigare a lungo, comodamente, godendosi la bellezza del mare.
Gli interni sarebbero spaziosi e ludici: un salone centrale con bar e ampio sofà, tavolo da pranzo e un particolare pavimento vetrato che offre un insolito punto di vista sul mondo marino sottostante. Dal salone, nella fantasia di Favino e sulle carte di Grande, si accede alla zona sottocoperta con due grandi cabine ospiti con bagno privato, cucina e camera bimbi dotata di cuccette ribaltabili e “super-divano” per dare Mayr spazio possibile ai momenti di gioco.
La zona pilotaggio, arredata con un altro comodo sofà, da accesso alla cabina armatore sottocoperta, anch’essa con pavimento “osservatorio” in corrispondenza del letto centrale, e completa di guardaroba e generoso bagno privato con doppio lavabo, doccia e vasca idromassaggio.
Il carattere, i desideri e la visione dell’armatore si riflettono nel prodotto finale, per questo tutta l’imbarcazione denota, nonostante le generose misure, un’impostazione discreta e poco invadente, rispettosa dell’ambiente. La scelta di colori, bronzo, champagne metallizzato e moka, che imitano le sfumature di scogliere, baie e calette mediterranee tanto amate da Favino sono tutte citazioni del rapporto con l’ambiente marino. Gli elementi naturali evocati come, ad esempio, il piano di coperta rivestito da listoni di teak, ricordano i cromatismi delle dune di sabbia e addirittura ne imitano le forme nella zona pozzetto, come fossero davvero modellate da aria e acqua.
Il ponte scoperto (flying bridge) è concepito per essere vissuto appieno grazie alla presenza di una zona bar, con tanto di bancone e sgabelli, e di un ampio sofà in grado di ospitare comodamente diverse persone. Completano la dotazione una comoda postazione guida e l’immancabile tender (a propulsione elettrica) con gru dedicata.
La barca dei sogni è, ovviamente, equipaggiata di propulsore ibrido diesel-elettrico, per impattare il meno possibile sull’ambiente e godere, in silenzio, dello sciabordio dell’acqua e dei suoni dell’ambiente circostante.
Francesca SCARABELLI