Il 2013 è stato un anno difficoltoso per molti, ma non per tutti.
Il lusso, ad esempio, non ha risentito delle congiunture negative, soprattutto in Europa e in Asia, dove il comparto moda ha fatto registrare performance stupefacenti e al di sopra delle aspettative, mentre negli Stati Uniti, se da una parte non c’è stato alcun calo, dall’altra non sono state registrate impennate degne di nota.
Negli USA infatti l’indice Pambianco è cresciuto del 23,5% a fronte di una crescita del Dow Jones del 23,6%. In Europa è cresciuto del 13,6% a fronte di una crescita dell’indice FTSE 100 del 12% mentre in Asia l’indice Pambianco è salito del 15,5% mentre l’HangSeng è cresciuto solo del 2,9%.
Una costante europea è quella che vede moda e lusso crescere più del mercato di riferimento, cosa che puntualmente accade dal 2000 ad oggi, ad eccezione delle annate 2004 e 2011.
In Europa per la Moda e il Lusso è ormai una costante, almeno fino ad ora, quella di crescere più del mercato di riferimento. Dal 2000 ad oggi infatti il paniere di titoli Moda e Lusso da noi monitorato ha abbondantemente sovraperfomato l’indice di riferimento. Fatta eccezione per il 2004 e il 2011, infatti, l’indice Pambianco è andato sempre meglio rispetto al FTSE 100.
La miglior performance percentuale annua dell’indice Pambianco risale al 2005 con un +37,9%, ma anche il 2013 non è andato affatto male, come si intuisce da altre IPO di successo dopo quelle di Cucinelli, Ferragamo, Prada e Michael Kors negli anni scorsi.
Nel 2013 è stata la volta di Italia Independent e Moncler, entrambe quotate a Milano, la prima nel segmento AIM dedicato alle piccole medie imprese.
A registrare i risultati migliori nell’anno appena trascorso è stato Safilo, che ha chiuso con un sorprendente +155,3%. Nonostante la perdita della licenza Armani, infatti, l’azienda di Luisa Delgado, nuovo ad del Gruppo, sta portando avanti un piano di sviluppo che è stato premiato alla grande dagli investitori.
Molto bene anche Poltrona Frau, che ha chiuso il 2013 a +142,2%, con una crescita a doppia cifra su tutte le voci nei nove mesi in cui sono entrati in sui possesso Cappellini e Cassina, con ricavi a +12,3%, edibta a +36,4% e utile netto a +127%.
Terzo del podio è Brunello Cucinelli, che chiude il suo anno a +94,1%, mentre quarto è Salvatore Ferragamo (+68%) quotata nel 2011, un anno prima di Cucinelli. Quinte e seste Moncler e Italia Independent sbarcate a Piazza Affari quest’anno.
E dopo le prime sei, tutte orgogliosamente italiane, le peggiori dell’Europa sono state Stefanel (-9,8%) alle prese con un forte programma di ristrutturazione, Mulberry (-18,2%) e Antichi Pellettieri (-55,6% e attualmente sospeso dalle negoziazioni).
Per quanto riguarda il podio USA, tutte le prime della classe hanno realizzato numeri in tripla cifra. Prima fra tutte Fifth & Pacific (la vecchia Liz Claiborne) con un +155,9%. La sua strategia di focalizzarsi sul solo marchio Kate Spade cedendo tutti gli altri (Liz Claiborne, Juicy Couture e per ultimo Lucky Brand) è evidentemente apprezzata dal mercato.
Secondo posto per GIII apparel (+118,9%) che continua a crescere dopo l’acquisizione di Villebrequin. Terza Quiksilver con un +100,2%.
L’azienda partecipata dal fondo Rhône sta tornado quella di un tempo dopo alcuni anni di forti ristrutturazioni dovute all’acquisizione di Rossignol, poi rivenduta, e alla crisi del debito scoppiata nel 2007.
Unico titolo negativo Abercrombie & Fitch (-29,4%). Il retailer americano continua a registrare cali di fatturato a doppia cifra, dovuti alla chiusura delle insegne minori e alla rifocalizzazione sui due brand principali Abercrombie e Hollister.
Numero uno in Asia è stato, nel 2013, Fast Retailing, che ha realizzato +95,5%. Il colosso giapponese vuole diventare il leader mondiale del retail, soppiantando H&M, Zara e Gap. Oggi il portafoglio del gruppo, che chiuderà l’anno a 8,5 miliardi di euro di fatturato e con un utile netto atteso in crescita del 27,7% annovera, oltre a Uniqlo, anche i marchi Helmut Lang, Theory, Comptoire de Cotonniers, Princesse Tam-Tam ed il recente acquisto J Brands.
Battuta di arresto per Prada (-6,6%) che comunque dalla quotazione, avvenuta a 35,5 HK$ è praticamente raddoppiata.
Vera MORETTI