Il made in Italy va a gonfie vele. Prada ha reso pubblici qualche giorno fa i risultati del primo quarter del 2012: ricavi consolidati per 686,7 milioni di euro, che segnano un aumento del 47,9% rispetto al primo quadrimestre del 2011, quando i ricavi si erano attestati a 464, 3 milioni di euro.
Tutti i marchi del gruppo hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato: in particolare Prada e Miu Miu hanno registrato una crescita rispettivamente del +53.2% e del +30.8%.
Veniamo alla geografia delle vendite: performance eccellente per l’Europa, che ha segnato +55.5%, dato aggiornato al 30 april 2012, grazie soprattutto al numero crescente di turisti e acquirenti stranieri, soprattutto provenienti da Russia e Cina. I mercati più resistenti e in grande espansione restano l’Asia e il pacifico ( + 46,9%), il Giappone ( +38,7%) e l’America ( + 31,4%).
“Siamo entusiasti dei risultati raggiunti in questo primo quarter del 2012 – ha commentato Patrizio Bertelli, Chief Executive Officer di Prada Spa – soprattutto perché parliamo di cifre raggiunte in un contesto e in un momento storico fortemente incerto, anche a livello internazionale. Siamo sempre più convinti che la forza della nostra strategia sta nell’aver scelto un’equilibrata distribuzione geografica dei nostri punti vendita su tutti i continenti, e di aver puntato sulla forza e sulla riconoscibilità del nostro brand.”
E se è trascorso appena un anno dalla quotazione in borsa del marchio di lusso milanese, era il 24 June del 2011, Prada si conferma leader anche nel settore della finanza: dal prezzo di collocamento i titoli del Gruppo sono saliti quasi del 30%. La scelta di sbarcare nella borsa asiatica di Hong Kong, preferendola alla natìa Milano ha avuto un obiettivo ben preciso: “Quotandoci a Hong Kong abbiamo portato in Italia molto più denaro di quanto sarebbe stato possibile se avessimo scelto Milano – precisa una nota del Gruppo. – Non abbiamo abbandonato l’Italia: facciamo qui il 100% della nostra prototipia e l’80% dei nostri modelli finiti”.
E restando in tema di Bel Paese, Prada non rinuncia a diffondere la cultura del bello: ha inaugurato qualche giorno fa presso la Fondazione Prada di Ca’ Corner della Regina aVenezia , la mostra “The Small Utopia. Ars Multiplicata” a cura di Germano Celant.
Lo scopo è quello ampliare la diffusione dell’arte nella società, proprio come era accaduto nei primi anni ’70, attraverso la moltiplicazione dell’oggetto, sperimentandone fruizioni impensabili con valore sia estetico che sociale.
L’esposizione abbraccia un percorso storico che va dagli inizi del Novecento al 1975: oltre 600 opere che testimoniano la trasformazione dell’idea dell’unicità nell’arte e la sua percezione.
Oggetti di design, ceramiche, vetri, tessuti, giocattoli, ma anche libri d’artista, riviste, e un’intera sezione dedicata al cinema sperimentale e alla radio. Per gli appassionati di vinile
Un’area dell’esposizione raccoglie i dischi d’artista tra gli anni Cinquanta e Settanta.
L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.
Alessia CASIRAGHI