di Paola PERFETTI
Se ci chiamiamo Bel Paese ci sarà un perché. L’Italia è la penisola puntellata di campanili che profuma di mare; è l’emblema delle cartoline, dei campi, degli aromi delle cucine, delle corti e delle piazze; senza dimenticare le campagne assolate e le industrie. Ogni città, ogni luogo, in ogni stagione, pervade l’atmosfera con il suo aroma inconfondibile che evoca, in ciascuno di noi, un ricordo o un’idea diversi.
Bologna profuma di ciprie e belletti, soprattutto dopo l’ultimo Cosmoprof 2012.
Roma mescola tutti gli umori dell’Essenziale, come abbiamo scoperto in occasione del compleanno di Campomarzio 70.
Torino – lo vedremo molto presto – sa di limone, lime, di creme e di Cornovaglia.
Milano, checché ne dicano i nostalgici del mare, non dimenticherà il lusso delle essenze in mostra a Palazzo Turati, i prossimi 31 March-fino al 1° april, per Esxence.
Ma qual è l’aroma inconfondibile del risveglio della natura? Ed esiste il vero profumo di una città? Non potevo che chiederlo ai “nasi” made in Italy di Campomarzio 70: Lorenzo Dante Ferro, Angelo Orazio Pregoni, Vero Kern (svizzera ma dal piglio decisamente “all’italiana”) e Giuseppe Imprezzabile.
Ma come si riesce a scegliere il giusto profumo per la propria pelle?
Il profumo è soggettivo, non è un accessorio da interscambiare nel corso della giornata. Anzi, dà così colore al proprio vissuto, ai nostri incontri, da riuscire persino a determinarne l’andamento nel corso delle ore. Senza considerare il fatto che può essere così fondamentale da racchiudere – in eterno – un pensiero, un istante, un ricordo, un’emozione.
Il profumo è un veicolo di comunicazione, definisce il nostro tempo e il nostro stato d’animo, racconta una storia, e per questo deve corrisponderci. Un compito importante riuscire a cogliere quello più giusto…
Consideriamo anche il fatto che definire un profumo o semplicemente riuscire a spiegarlo non può che diventare un’impresa impossibile. Pensate che, AL MONDO, non esiste un vocabolario univoco determinante i gusti e i sapori.
E dunque, come spiegarne uno? Come lasciarsi guidare nell’universo degli effluvi? L’abilità sta tutta nel riuscire a trasmettere l’emozione che quel profumo sa evocare. E’ una questione che – citando il buon Ugo Foscolo – equivale ad una sorta di Corrispondenza di Odorosi Sensi.
Ho scoperto che in alcune profumerie – vedi Campomarzio 70 – i commessi non sono semplici “guide all’acquisto” ma dei veri psicologi in grado di aiutare l’ospite – cliente sarebbe riduttivo – nel raggiungimento della propria passione o nella conquista della propria esperienza olfattiva preferita.
A qualcuno non piacerà raccontare troppo di sé; qualcun altro non avrà tempo; c’è chi, ancora, non vorrà intrattenersi in “inutili discorsi su note di testa e bouquet”. Ma in fondo, se siamo tutti a caccia del sapore della felicità, perché non dovremo regalarci anche un briciolo di rasserenante primavera?
Post Produzione Video | Francesca Scarabelli