Fatto a mano non è soltanto un’etichetta da apporre su un paio di calzature per aumentarne il valore commerciale. Fatto a mano, a sentire Andrea Zavattarelli, managing director & founder del neonato brand di calzature Made in Italy Santa Clara Milano, è una filosofia. Un valore che racconta il dna del marchio, che narra la cura, la devozione e l’amore con cui nasce questa giovane azienda, il cui valore aggiunto è il team che sta dietro le quinte, “un gruppo di ragazzi sinceri e competenti senza i quali Santa Clara Milano non esisterebbe“.
Quanto è importante per il suo brand la filosofia del fatto a mano?
La filosofia del “fatto a mano” per Santa Clara è molto importante. L’artigianalità insieme al concetto di “Made in Italy” sono i principali valori su cui si fonda il DNA del marchio. Contestualmente abbiamo sviluppato una forte anima fashion che riteniamo fondamentale per distinguerci da progetti altrettanto validi in termini qualitativi, ma d’impronta più classica.
Cosa significa per Andrea “Made in Italy”?
Il concetto di Made in Italy per Santa Clara rappresenta una grande opportunità infatti permette di competere avvantaggiati da circostanze consolidate negli anni da tutti i marchi appartenenti al sistema. Il marchio Made in Italy è portatore di significati importanti nel mondo ed il prodotto Made in Italy, se ben valorizzato ed introdotto nei giusti canali di vendita, rappresenta il prodotto principe nel suo settore.
Come mai la scelta di utilizzare come packaging per le vostre calzature una scatola di legno?
La scelta di optare per il packaging di legno si lega ad un set di valori che abbiamo scelto di sposare per poterci definire azienda etica. La scatola di legno infatti rientra in un concetto più ampio legato alla volontà di fare del bene evitando gli sprechi ed aiutando il prossimo. La scatola di legno non si butta via, ma la si ricicla come contenitore. Per quanto riguarda invece la volontà di aiutare il prossimo abbiamo scelto di sposare una causa di AMREF (nello specifico la campagna “Stand Up for African Mother”) alla quale doniamo una percentuale della vendita di ogni paio di scarpe.
Quali sono i materiali che preferite utilizzare?
Nel nostro settore i materiali sono abbastanza classici e ripetitivi: il cuoio, il camoscio, la nappa, il cavallino, la vernice, il canvas, etc. Non direi di avere un materiale preferito, ci piace molto spaziare in tutte le varianti a disposizione sperimentando parecchio in termini di stampe, fantasie, mix & match materici, accessori, etc.
Quanto è importante il legame con il territorio?
Siamo un brand che non ha ancora compiuto un anno di vita e ritengo che per qualunque organizzazione neonata il legame con il territorio sia fondamentale. Sono presente in calzaturificio tutte le settimane per controllare personalmente la produzione in ogni dettaglio e non potrei fare diversamente per ottenere i risultati che desidero. Inoltre, visito personalmente i fornitori di pelli e/o tessuti per valutare le ultime novità e tutto questo non potrei farlo se non fossero realtà radicate nel mio territorio.
Che cosa ne pensa di quelle aziende che hanno scelto di delocalizzare la produzione?
Li capisco perfettamente e non li biasimo. In Italia la situazione è parecchio complicata, sembra che tutto remi contro alla possibilità di fare impresa. Noi per ora non ci preoccupiamo ed andiamo dritti per la nostra strada. Attualmente la strategia è quella di affermare il marchio, una volta che avremo la notorietà desiderata tutto sarà più facile anche la produzione.
Quanto è coraggioso, in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, decidere di fare impresa?
Non saprei, io faccio semplicemente quello che sento e credo che questa sia la chiave più corretta per fare impresa. La vera difficoltà sta nel rimanere sempre ottimisti; requisito fondamentale per un imprenditore e certamente oggi fare l’imprenditore in Italia non aiuta a questo intento. Comunque abbiamo un progetto significativo ed una direzione ben precisa: se avremo successo significa che ciò che avevamo da esprimere è piaciuto alla gente, diversamente non avremmo potuto fare di meglio.
Qual è il valore aggiunto delle vostre scarpe?
Indubbiamente il team che sta alle spalle del progetto: stile, produzione, commerciale, marketing, grafica, programmazione, etc. Un gruppo di ragazzi sinceri e competenti senza i quali Santa Clara Milano non esisterebbe.
Pinella PETRONIO