Richard Gere indossava Cerruti in Pretty Woman. Michael Douglas ne La guerra dei Roses preferiva l’eleganza italiana. Gli abiti scelti da Tom Hanks di Philadelphia cambiavano insieme al protagonista “parlando” della malattia e costituendo un elemento narrativo del corso della storia. Una storia a stelle e strisce molto italiana. Una storia di cui Nino Cerruti rimane un narratore per le sue frasi, divenute aforismi, o per quelle citazioni rimaste impresse in pellicole come American Psycho, “You can’t bleach a Cerruti. Out of the question” diceva Christian Bale.
Un “fiuto” per il bello; un estro innato verso l’eleganza che dal 1978 è divenuto anche una linea di profumi di grande successo, un successo che non si è fermato con i grandi testimonial naturali, spesso sportivi, da quelli della Formula 1 al giocatore del Milan, tra i simboli della gloria rossonera Jean-Pierre Papin: sono così tanti che è impossibile qui elencarli tutti.
Il più rappresentativo dei suoi ricordi lo lasciamo eleggere dal diretto interessato: “Il ricordo più bello di questi 82 anni da Nino Cerruti? La mia prima presentazione a Parigi, October 1967”. Facciamo, ora, un doveroso passo indietro.
Biella, Milano, Mondo. Il 25Septemberscorso Nino Cerruti ha spento 82 candeline. Le ultime 42 le ha festeggiate nell’azienda di famiglia, il Lanificio F.lli Cerruti S.p.A., quello di cui è alla guida con passione e serietà dal 1950, quando dovette subentrare alla morte del padre. Lui che “da grande” avrebbe voluto fare il giornalista…: Lo farebbe ancora oggi? Gli chiediamo, e candidamente ci risponde: “Me lo chiede proprio oggi che uno va in galera!?”, alludendo alla condanna all’ex direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti.
A conti fatti, se la scrittura era la sua passione, il “sugo della sua storia” Nino Cerruti l’ha trovato nella sua famiglia, ereditando l’azienda fondata dal nonno e ancor prima tramandata dal nonno del nonno.
Sono passati 41 anni, e se ogni compleanno, ogni nuovo anno, è il momento giusto per fare un bilancio, beh, quello di casa Cerruti non può che essere un motivo in più per festeggiare Nino.
Nino precursore del concetto di prêt-à-porter al maschile e di lusso (1957). Nino inventore della tinta “ottanio”, nel 1958, il cui lancio fu un evento Hollywoodiano in piena Dolce Vita romana con Anita Eckberg a fare da madrina alla sfilata di venti Fiat Lancia monocromatiche in quella tinta, per le vie di una Roma chiusa a festa, oltre che del sodalizio che la maison Cerruti instaurò, da allora, con il mondo della Settima Arte.
Nino autore del primo “decostruito”, negli anni ’70. Cerruti elegante anticipatore dei tempi, con l’ago e con il filo.
A Cerruti si deve il vanto di essere tra i principali esportatori della moda italiana a Parigi, la Cerruti 1881, insediata in Place de la Madeleine nel 1967 su progetto architettonico del maestro Vico Magistretti; lui che annoveriamo tra i pionieri del lusso italiano alla conquista del mondo prima approdando in Francia, poi siglando preziosi accordi di licenze in Giappone e Stati Uniti. Era il 1972.
Già nel 1976, poi, Cerruti 1881 avviava un vincente programma di espansione legato alla commercializzazione della linea femminile, una delle tante che fiorirono in quegli anni arricchendo il suo bouquet di uomini e donne eleganti, austeri, mai sopra le righe, impeccabili nel loro minimalismo.
Non è certo merito della sorte se, lavorando al telaio, arrivano i numeri importanti: nel 1995 la linea “per Lei” raggiunse il 20% del fatturato globale con un incremento più che significativo se paragonato alla quota del 13% registrata nel 1992.
Merito dei metodi di lavorazione; dell’attenzione rivolta alle materie prime, definite dal figlio Julian, con lui patron del Lanificio, “sono la predilezione di mio padre e continuo ad imparare molto da lui perché racconta quello che nelle scuole di stilismo non insegnano”.
Merito anche del rispetto nei confronti dell’ambiente e merito della scuola del “come si faceva una volta”, della perfetta combinazione tra tradizione ed innovazione: un marchio di fabbrica da sempre apprezzato da eleganti gentleman come dai volti noti del cinema a stelle e strisce che hanno portato Cerruti sul grande schermo.
Da allora la strada, le boutique, i prodotti e le linee sono stati uno più strepitoso dell’altro al punto che, tirando le classiche “fila del discorso”, non possiamo non dare i numeri: 400 dipendenti; 3 / 3,5 milioni metri di tessuto prodotti all’anno (85% tessuti per il mercato Uomo, 15% tessuti per il mercato Donna e Sportswear) con un risultato di vendite per l’85% destinato all’export, il restante 15% rivolto al mercato domestico.
Solo nel 2011 il “Lanificio”(perché lui, la sua azienda, la chiama ancora all’italiana fiero delle sue origini) ha raggiunto la cifra di 60 milioni di euro di fatturato con un’esperienza di collezioni di tessuti Uomo, Donna e Parcour destinati alla più esigente e sofisticata clientela, quella che ama avere sulla pelle solo tessuti di altissima qualità, solo manufatti italiani che dall’idea alla realizzazione a telaio con il particolare sistema AAAAA. Dalla progettazione al prodotto finito, sono la sintesi di processo produttivo completo in cui alta tecnologia, massima qualità e rispetto per l’ambiente trovano l’equilibrio perfetto. Tutto progettato per realizzare le collezioni uomo, donna e Parcour con più di 4500 varianti a stagione.
Il messaggio per chi vuole amare questo tipo di fare moda?“Ricordarsi sempre che la moda non è solo soldi ma è anche buongusto”. Ve lo dice Nino Cerruti.
Paola PERFETTI