A Sanremo latitano gli stylist. Adesso, dopo aver visto la terza serata del Festival, possiamo urlarlo ai quattro venti. Ma è davvero così difficile riuscire a scegliere un abito che non ricordi quelli dei trapezisti al Circo o quelli delle signorine che animavano la vita del Moulin Rouge? No, si direbbe a guardare i look di Malika Ayane, Laura Chiatti e Annalisa, le uniche a salvarsi dall’ecatombe in una serata in cui gli stylist sembravano essersi tutti sbronzati.
La sua canzone si sarà pure piazzata tra le ultime nella classifica provvisoria, ma noi non possiamo che darle di nuovo lo scettro di meglio vestita. Malika Ayane è, ancora una volta, perfetta. Movenze aristocratiche, sorriso ampio e luminoso, hanno reso ancora più bello l’abito nero che indossava: morbidi drappeggi, scollo all’americana con maxi gala e schiena scoperta. Labbra rosso fuoco e occhi scuri. Una diva d’altri tempi. Di chi fosse il vestito rimane un mistero. Lorenzo Riva è lo stilista che l’ha vestita la prima sera e si pensava anche la seconda. Fino a quando un tweet non ci ha rivelato che l’abito era, invece, firmato da Viktor&Rolf. Qualcuno continua a parlare del suo biondo Donatella, ma per noi è lei la vincitrice della serata. Anche per quell’ultima frase della sua bella canzone: “Tu restami un po’ addosso”. Voto 10.
Malika deve, però, dividersi lo scranno con Laura Chiatti: elegante, chic e sofisticata. Smokey eyes, labbra nude e un abito décolléte con drappeggi piatti sul corpetto che si fermano su un fianco per poi ripartire morbidi fino alle caviglie. E niente, c’è poco da dire. Straordinaria. Voto 10.
Qualcuno l’ha definita una meringhetta, qualcun altro l’ha appellata macaron, ma per noi Annalisa è, rimanendo in tema culinario, deliziosa: minidress nelle nuance del rosa, in seta degradé con gonnellina svolazzante e arricchito da ricami in paillettes. È fresca, un po’ retrò – anche nell’acconciatura – come la sua canzone, e giovane. Del resto se l’avessero infagottata in un abito lungo e serioso in pizzo, sarebbe stata poco credibile. Bravissima Anna Molinari, perché è riuscita a farsi portavoce della personalità della giovane artista. Voto 8.
Ora, voi dovete spiegarci, però, perché Simona Molinari si è vestita da ballerina del Moulin Rouge. Qual è stato esattamente il passaggio logico e stilistico che l’ha portata a trasformarsi da domatrice di leoni (vedi look della prima sera) a Satin, protagonista del celebre musical? Bisognerà chiamare Daniele Bossari. Mistero. Abito di raso rosa shocking, che nemmeno la Panicucci, spacco inguinale da cui si intravede una balza di strass che richiamano quelli che le sberluccicano in vita e peep toe violette. Sobria. Voto 4.
Così come molto sobria è Maria Nazionale. Poppe strabordanti che ammiccano strizzate dentro un corsetto che la inguaina tutta, coprispalle da matrimonio e pantaloni a sigaretta che le fanno difetto sul cavallo (e non è bello). Ma la vera sciccheria è il velo trasparente in tinta, bordato di glitter, che li avvolge. Perché? Stava meglio vestita da Barbie Profumo. Voto 2.
E vogliamo parlare del tendone da circo che s’è messa addosso Ilaria Porceddu? Lei è molto bella, e francamente non riusciamo a capire perché abbia deciso di imbruttirsi e oltraggiare il buongusto con quest’abito a righe bianco e nere e banda di paillettes in tinta. Sarà, forse, per rendere oMay ai funamboli di cui parla nella sua canzone? Voto 3.
Chi dice che l’abito non fa il monaco non ha forse confrontato le foto di Leonora Armellini prima e durante il Festival. Lei non è certamente uno sfilatino, ma l’abito blu dégradé indossato ieri sera dalla giovane cantante e pianista le ha regalato almeno 5 kg. A dirla tutta, osservando da vicino, il tessuto sembra lo stesso di quelli che utilizzano per fare gli abiti da H&M. Fossimo in voi, eviteremmo di accendere una sigaretta nelle vicinanze. Voto 4.
L’abito di Chiara, invece, è forse più carino di quello che ha indossato la prima serata. Sarà il nero, sarà la leggera trasparenza, ma questa volta è quasi sufficiente. Se non fosse per i capelli: riga al centro e boccoloni. Chi l’ha pettinata, Valerio Scanu? Voto 5,5.
Luciana Littizzetto ce la mette tutta, ma proprio nun je la fa. Gli abiti, disegnati da Gabriele Colangelo, uno fra i giovani stilisti più illuminati della moda italiana, sono belli, ma non le donano. È troppo piccola per potersi permettere un abito a campana lungo fino a metà polpaccio: la rende tozza. Meglio con gli altri due abiti della serata, anche se l’ultimo… Voto 5.
La corona per il meglio vestito della terza serata la diamo a Marco Mengoni in Salvatore Ferragamo, che ha disegnato per lui un impeccabile completo doppiopetto sempre monocromatico color burgundy. Rimaniamo però un po’ perplessi, guardando quel tirabaci boccoloso che gli scende sulla fronte. Ricorda tanto Lowel. Se lo avesse visto Georgie se ne sarebbe innamorata.
Pinella PETRONIO
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