di Alessia CASIRAGHI
Il viaggio è un lusso. Un limbo perfetto sospeso tra la routine della vita quotidiana e la voglia di scoperta. E’ la voglia di esplorare i nostri sensi, quelli spesso trascurati, sopiti, latenti. L’olfatto, il gusto, l’udito, che si riaccendono a contatto con nuovi sapori, di una cucina sconosciuta, nuovi odori, di una città da attraversare e svelare, i colori tersi di un mondo ancora intatto.
E’ un sondaggio, condotto da da Aigo e Pangaea network, a svelare come il turismo del lusso stia diventando sempre più esperienziale. Niente più “sea, sun and sand”, per intenderci la vacanza sole, mare e divertimento, magari in qualche resort da favola a 7 stelle, ma un viaggio in grado di riaccendere i 5 sensi. E non solo.
E’ il fascino dell’Oriente, la sua aura mistica, a farla ancora da padrone. Il sondaggio rivela infatti che le destinazioni di lusso emergenti si stiano concentrando sempre più nei paesi dell’Estremo Oriente: dal Myanmar al Bhutan, dal Vietnam alla Cina, fino alla Cambogia.
Adagiato sulle rive del Mekong, il Vietnam è un luogo fuori dal tempo. E’ l’antica Indocina vissuta e raccontata da Marguerite Duras, è la moderna Hồ Chí Minh che da sola conta oggi 6 milioni di abitanti, la città cantata da Miss Saigon.
Hanoi, capitale politica del Vietnam, sorge invece lungo la sponda del Fiume Rosso. D’obbligo perdersi tra le 7 meraviglie della città: dalla “Pagoda a un solo pilastro”, al tempio del genio Quan Thanh. L’ottava meraviglia del mondo si chiama invece Baia di Halong, un paradiso naturale incontaminato, costellato da rocce carsiche. Un ambiente fantasmagorico dove isole, isolette e faraglioni, giocano a nascondersi e ricomparire: un’antica leggenda racconta che le centinaia di isolotti sarebbero i resti della coda di un drago inabissatosi nelle acque della baia.
Wat, Pagode e mercati. E’ questa l’anima vera della Cambogia, un luogo difficile ma dove si respira l’anima vera dell’Estremo Oriente. La capitale Phnom Pehn è una città coloniale, divisa fra i grattacieli, le costruzioni degli anni ’30, come l’Hotel Royal e le pagode millenarie.
Perdersi tra i mercati di spezie e monili poi è d’obbligo. Il più imponente a Phnom Pehn è senza dubbio il Phsar Thmey (Mercato nuovo), che vanta cupola gialla alta 45 metri; e poi ancora Phsar Chas (Mercato Vecchio) situato negli antichi quartieri coloniali e “specializzato” in frutta, verdura e pesce e il Phsar Kandal, il mercato del centro. Un’interessante esempio di contaminazione culturale è invece rappresentato da Phsar Tuol Tum Pung, il mercato russo nato negli anni ’80.
Un prezioso gioiello architettonico è la Pagoda d’Argento, conservata nel grande spazio del palazzo reale, testimonianza della ricchezza della cultura Khmer. Anche se il più famoso nel mondo è Angkor Wat, una visita è d’obbligo al Wat Phnom, monumento fondante della capitale fatto costruire dalla Dama Penh e il Wat Ounalom, ‘casa’ della massima autorità spirituale della Cambogia, il Venerabile del Buddismo Mohanikaym.
La sfida è aperta a scoprire il proprio sesto senso nascosto.