“Non si chiama haute couture, si chiama Alta Moda, siamo in Italia” diceva ormai un paio di anni fa su Twitter Stefano Gabbana a quanti gli facevano i complimenti per l’esordio, appunto, del marchio nell’alta moda che alcuni si ostinavano a chiamare haute couture. E fedele a quest’italianismo, Dolce & Gabbana avevo scelto di sfilare allora non a Parigi, ma in Sicilia, a Taormina, nella meravigliosa cornice del San Domenico, sulla terrazza a strapiombo sul mare. E ancora oggi i due della moda Made in Italy per fare sfilare la loro collezione di Alta Moda hanno scelto un’altra location fiore all’occhiello della nostra nazione, un’isola meravigliosa che tanti poeti, con il suo mare azzurro e il suo profumo di limone, ha ispirato: Capri.
La scelta di non sfilare a Parigi è assolutamente encomiabile. Ma… visto che in Italia esiste una manifestazione dedicata al mondo dell’haute couture (pardon, dell’alta moda) non sarebbe meglio che i nostri designer, soprattutto quelli che espatriano le loro collezioni a Parigi, facendo diventare di diritto la città francese capitale della moda. Esiste una manifestazione dedicata all’alta moda, dicevamo, manifestazione che ha preso il via sabato 12 luglio nella nostra bella capitale, Roma.
Giunta alla venticinquesima edizione, AltaRoma AltaModa si propone di essere cuore propulsore dell’haute couture italiana e nel contempo di dare un’opportunità ai giovani talenti emergenti che si affacciano timidamente a questo mondo. Una cosa non ci è chiara: perché, se AltaRoma nasce come aggregatore di sfilate di alta moda poi, invece, la stragrande Mayranza dei nomi italiani più blasonati sfila a Parigi, mentre Dolce & Gabbana sentono sì l’esigenza di sfilare in Italia, ma non in seno alla manifestazione?
Altra domanda, perché alla Milan Fashion Week accorrono orde festanti e colorate di blogger nazionali ed internazionali, invitati o no alle sfilate (alcuni vanno solo per farsi fotografare davanti alle location degli show, altri – non chiedeteci perché – adorano farsi immortalare davanti alle rotaie del tram), e snobano AltaRoma? Stessa cosa dicasi per le penne più blasonate del giornalismo di moda. I buyer, almeno quelli, per fortuna sembrano non mancare.
Cos’è che manca ad AltaRoma? E’ certo che c’è una falla piuttosto evidente nel sistema moda italiano, che ci auguriamo possa presto saldarsi. Intanto, ci piacerebbe che tutti, proprio tutti, i nomi italiani che abbiamo visto sfilare a Parigi, da Giambattista Valli a Giorgio Armani, passando per Versace e Valentino, cominciassero a rimpatriare. Del resto non sarebbe il modo migliore per fortificare ancora di più il sistema e dare un senso più alto al concetto di Made in Italy?
Pinella PETRONIO