Bello, buono, come 1 Caffè, scritto come il nome della Onlus fondata poco più di un anno fa. Abbiamo preso un caffè al Fidenza Village con Luca Argentero da “Amici“, e non solo perché è stato super giudice dell’ultima edizione del talent show di Maria De Filippi in cui si è divertito molto e che rifarebbe, ci confessa.
Ospite e padrone di casa con l’inseparabile amico e compagno di università dai tempi della facoltà di Economia a Torino, Beniamino, al fianco del direttore marketing dello shopping mall del Gruppo Chic Outlet Shopping, Alberto Bartoli, che ha sottoscritto l’iniziativa nel momento di massima affluenza al village, quello dei saldi (tutto July e fino al 31 August 2013), il protagonista dell’ultimo film di Marco Risi, Cha Cha Cha, ha raccontato la sua iniziativa charity che dona simbolicamente 1 caffè, 1 euro, al giorno ad una onlus o associazione benefica diversa attraverso il sistema di pagamento Beemov e Paypal*.
Quindi, si è messo a nudo in questa intervista. E lo diciamo non solo perché in una scena del film si mostra come mamma l’ha fatto.
Se le dico “caffè”?
Il primo riferimento va alla mia associazione che da poco più di un anno ha raccolto circa 50 mila euro, ogni giorno per una Onlus e una causa sociale diversa.
E nella vita di tutti i giorni?
Il caffè è per eccellenza il momento della condivisione. Tutti noi, in un gesto di convivialità, diciamo: “Ti offro un caffè?“. Di caffè ne ho condivisi molti in momenti assai diversi della mia vita. Ci sono stati i caffè con mia moglie, Miriam Catania, quelli con le fidanzate passate o per convincere qualche ragazza a uscire con me la sera. Poi ci sono stati i caffè “degli incontri un po’ strani”, a volte assurdi, quelli che hanno condizionato e modificato il mio futuro.
Per esempio?
Ho preso anche un caffè con un Premio Oscar, Julia Roberts, e lì pensi: “Come cacchio ho fatto ad arrivare fino a qua!?”. Anche la mia Onlus è nata prendendomi un caffé con Beniamino.
Quindi 1 euro, il costo di un caffè, diventa il gesto quotidiano per far del bene attraverso la vostra piattaforma che è del tutto 2.0. Che cos’è per lei un gesto solidale?
Io sono torinese e si dice che siamo falsi cortesi. Non è vero. Per me è una questione di atteggiamento: un sorriso, un grazie, una carezza, un “per favore”. Sono cose normali che compio e mi aspetto di ricevere quando invece, e non so il perché, la gente si sorprende. In realtà è solo un buon modo di stare al mondo. Ero già stato testimonial di associazioni prima della nascita della mia, come Amnesty International, WWF, Antea, oggi sono in prima linea con questa attività che, ahimé, coltivo nel tempo libero con Beniamino, sua moglie, mia sorella Francesca… diciamo che per me è anche un buon modo per tornare nella mia Torino, anche se non così spesso come vorrei. Rimarrò torinese per sempre e nemmeno voglio farmi tanto trasformare.
Un giorno, quindi, pensa di ritornarvi con sua moglie, magari più in là negli anni?
Probabilmente andremo nel nostro casale in Umbria. Ancora non lo so.
Però a Torino ha da poco siglato una collaborazione con Italia Independent di Lapo Elkan per una Limited Edition di Occhiali proprio pro 1 Caffé. Oggi (lunedì 8 luglio, N.d.r.) taglia il nastro del progetto di Fidenza Village…
C’è stato anche PAF, piccolo progetto che produce sigarette elettroniche: dopo il caffè solidale la sigaretta elettronica. E’ un altro gruppo di amici che cerca di darci una mano. In verità siamo sempre a caccia di amici.
A proposito di “Amici”, con chi tra queste donne con cui ha lavorato di recente prenderebbe un caffè tra: Sabrina Ferilli, Maria De Filippi, Eva Herzigova?
Difficile sceglierne una, mi fa fare un torto a qualcuno. Per vicinanza di occasione, forse con Eva visto che il film (Cha Cha Cha, N.d.r.) è ancora in sala, l’abbiamo visto insieme per la prima volta qualche settimana fa e non abbiamo ancora brindato.
Lascerebbe tutto per il “sogno americano”?
Sarei ipocrita se dicessi di no: credo sia il sogno di ogni attore andare nella Mecca del cinema, il problema è che gli attori europei, se ci arrivano, è perché partono da un grande film, che magari vince la Palma d’Oro a Cannes. A me arrivano i provini, ho dei contatti, ma fare il “Dottor Rodriguez della settima puntata di Grace Anatomy 9”…
Che qui in Italia guardaremmo…
Sì, con tutto rispetto, ma per me l’importante è fare qualcosa di buono nel mio Paese.
A proposito di Cha Cha Cha: si fa un gran parlare della sua scena di nudo, ma in realtà già nel 2003, all’uscita dal Grande Fratello, si svelò in un calendario. È passato qualche anno: è cambiato qualcosa da quella esperienza?
Sono cambiato anagraficamente ma non riuscirei a paragonare un calendario con un film di Marco Risi. Questa era una scena un po’ più particolare e lunga del solito, interessante, divertente, incredibilmente “action”: una scazzottata di quattro minuti.
Preoccupato della reazione di sua moglie?
No, ero molto più preoccupato dell’idea di una scazzottata. Mia moglie era solo che contenta: piuttosto che una scena di nudo a letto con un’altra donna, meglio tre calabresi che mi vogliono menare. Dal suo punto di vista.
Quindi, si può brindare con 1 Caffè…?
Ovvio!
Peccato. Il caffè non era abbastanza lungo.
Paola PERFETTI
* Per donazioni e informazioni:
1 Caffè: www.1caffe.org
Fidenza Village: www.fidenzavillage.com
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