di Francesca SCARABELLI
Decisamente più piccola del Lazio, meno famosa della Toscana, senza il mare delle Marche. Eppure l’Umbria non ha nulla da invidiare alle sue vicine: è una regione ricca di paesaggi meravigliosi, di storia e tradizione, basti pensare agli affreschi di Giotto e Cimabue che impreziosiscono la basilica di Assisi, o alle cittadine medioevali di Gubbio e di Todi, o ancora alla famosa Corsa dei Ceri, che si svolge ogni anno proprio a Gubbio.
Ma ora l’Umbria ha un altro motivo ancora per farsi conoscere in tutto il mondo: i suoi paesaggi, i suoi paesini e i volti dei suoi abitanti saranno immortalati dall’obiettivo di Steve McCurry, uno dei più apprezzati e premiati fotografi al mondo, autore del ritratto della ragazza afgana realizzato per un servizio di National Geographic.
Con il progetto Sensational Umbria, infatti, Steve McCurry realizzerà cento scatti che, a partire dal 2012, saranno per cinque anni a disposizione della Regione Umbria per promuovere il territorio.
Il legame tra l’Umbria e McCurry nasce in occasione di una sua retrospettiva allestita nel 2010 a Perugia, alla Galleria nazionale dell’Umbria; la regione lo ha colpito in modo così intenso da sceglierla tra le destinazioni del suo portfolio sul’Italia, realizzato per i 150 anni ed esposto nella grande retrospettiva al Macro di Roma. Proprio da questo viaggio è nata l’idea di una collaborazione con la Regione Umbria, che lo ha portato a immortalare con il suo stile unico le architetture, l’artigianato, i paesaggi, la cultura e i grandi eventi di cui l’Umbria è ricca.
Come lo stesso reporter ha affermato durante la presentazione del progetto, avvenuta in occasione del Fuorisalone nel corso di una serata durante la quale è stato possibile vedere alcuni dei primi scatti realizzati e ascoltare Steve McCurry che parlava del progetto e, più in generale, del suo lavoro e del suo modo di intendere la fotografia: “Le mie foto sono quasi sempre incentrate sulle persone e sulle loro storie. Anche le foto realizzate per l’Umbria saranno focalizzate non solo sui paesaggi e sull’ambiente, ma anche sugli aspetti umani, sulle persone, su come si muovono e su come usano il loro tempo; ovviamente non possiamo prescindere dai paesaggi stessi, che faranno da cornice alle “storie” che racconterò. Ad esempio, un giorno ho visto una ricamatrice intenta nel suo lavoro e le ho scattato alcune foto che allo stesso tempo colgono un aspetto della tradizione regionale e raccontano una storia, come è nel mio stile”.