Colori, forme della tradizione o ispirate al variopinto universo della natura, amore per l’artigianalità, per le cose fatte bene e per il Made in Italy. Un’azienda fatta da donne e per le donne. E’ questo il mondo di Angela Caputi, artista e artigiana, che ha fondato a Firenze nel 1975 Giuggiù, il suo marchio di bijoux.
Nati dalla passione per il mondo della bigiotteria, ingiustamente considerata prodotto di seconda scelta rispetto ai più nobili gioielli, i suoi monili, che guardano alla tradizione, sono un vero piacere per gli occhi e una gioia per il cuore di donne che amano distinguersi per dettagli di stile. Un’azienda la sua tutta al femminile, perché per le donne “si fa veramente poco, quasi nulla… Dobbiamo aiutarci l’una con l’altra”, e che al meraviglioso e sfaccettato mondo delle donne guarda con stupore e ammirazione. Sono loro al centro dell’universo di Angela Caputi che le ascolta, le osserva e, giorno dopo giorno, le segue nelle loro conquiste.
La bigiotteria viene considerata da molti gioielleria dei poveri. Lei è riuscita a nobilitarla…in che modo?
Direi che ci sono riuscita senza nessuno sforzo, per me i bijoux non sono falsi gioielli ma una vera e propria espressione di moda. Sono il giusto complemento, “l’accessorio” se così lo si può definire, che completa l’abbigliamento di ogni donna
Com’è nata la sua passione per questi oggetti?
Amo la moda e tutto ciò che le gira intorno, credo sia un’espressione di vita sempre in movimento. La mia passione per questi oggetti in particolare, è nata guardando e osservando i film americani anni ’40, storie di Gangsters dove bellissime donne venivano impreziosite e rese irresistibili da bijoux di ogni tipo. Ho scoperto con il tempo che non è l’abito a fare la differenza, ma il bijoux.
Da cosa trae ispirazione quando crea i suoi piccoli capolavori?
Non le considero ispirazioni ma più che altro collaborazioni. Ogni donna, ogni immagine, ogni viaggio, ogni profumo possono darmi un’idea, uno spunto. Osservare le donne, ascoltarle, seguirle giorno dopo giorno nei loro cambiamenti, nelle loro conquiste, mi aiuta a trovare stimoli e idee sempre nuove.
Tra le icone di stile di oggi e di ieri, qual è la sua musa di riferimento?
Le mie muse sono le donne, quelle di tutti i giorni, non ho miti o icone a cui far riferimento.
I suoi bijoux sono realizzati in resina sintetica italiana e assemblati interamente a mano. Qual è oggi il valore aggiunto dell’artigianalità in Italia e dell’utilizzo di materie prime italiane?
Ritengo che il valore aggiunto sia quello di offrire un prodotto perfetto, di altissimo livello, ad un prezzo contenuto ma che allo stesso tempo rappresenti al meglio la professionalità e l’essenza del Made in Italy.
La sua è un’azienda tutta al femminile, quanto si fa oggi nel nostro Paese per le donne imprenditrici?
Direi che oggi come oggi si fa veramente poco, quasi nulla. Il lavoro è aumentato e invece di semplificare le cose, anche dal punto di vista burocratico, rendono ogni giorno tutto più difficile. Dobbiamo aiutarci l’una con l’altra.
Le sue creazioni hanno avuto immediato successo all’estero, in Italia, invece, la gloria è arrivata con il tempo. Nemo propheta in patria?
Non solo, ma all’estero mi hanno molto apprezzata per la scelta dei materiali, mentre in Italia hanno sempre ritenuto le resine un materiale povero. Forse non erano pronti alla novità!
I suoi bracciali sono molto imitati. L’emulazione è la più grande forma di adulazione o la cosa la infastidisce?
No, credo sia un primo passo per poi cercare la propria strada. Penso che ognuno sia libero di portare avanti le proprie idee, ma non a tutti riesce alla prima!
Qual è il più grande piacere di Angela Caputi?
Scoprire, intuire quello che accadrà domani.
Pinella PETRONIO