Il Salone Nautico di Genova, edizione 2012, si è chiuso con un “volemose bene” che sa tanto di ottimismo forzato, ma necessario. Dopo un’apertura nel segno della crisi, operatori del settore e istituzioni si sono dati appuntamento al 2013 con la volontà di intraprendere un percorso di cambiamento profondo che risponda alle esigenze di un mercato rivoluzionato nel giro di pochi anni.
La buona notizia è che il forte disagio del settore, espresso anche con l’assenza alla cerimonia inaugurale da parte degli imprenditori, ha trovato ascolto nel Governo con la presenza in chiusura di manifestazione del ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera e in sede inaugurale del viceministro Mario Ciaccia, che si sono detti disponibili a intraprendere misure a supporto del settore.
Venendo ai freddi numeri, 900 sono stati gli espositori presenti, 1400 le imbarcazioni esposte su 4 padiglioni, 2 marine e spazi all’aperto. Hanno visitato il Salone oltre 176mila persone, oltre a 4mila bimbi fino a 10 anni, sono stati 1.670 i giornalisti accreditati.
Numeri che hanno fatto bene all’umore di tanti, a partire dal Presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni: “La presenza a Genova di 900 espositori testimonia che gli imprenditori della nautica non vogliono rinunciare a questo importante appuntamento. Il fatto che, nonostante il difficile momento in cui versa il comparto, abbiano voluto essere qui, se da un lato ci segnala la loro fiducia nella manifestazione, dall’altro ci impone di ripensare il prossimo Salone in una formula che sia più vicina alle loro esigenze. Ho preso l’impegno di arrivare all’edizione 53 con soluzioni che invoglino gli espositori a confermare la loro presenza e intendo tener fede a questa promessa. Infine non posso che esprimere soddisfazione per il costruttivo confronto con l’Esecutivo, ottenuto in seguito all’appello rivolto a premier Monti e alle iniziative che UCINA ha condotto nella giornate inaugurale per esprimere lo stato di prostrazione del settore. Auspico ora che si possano avere presto riscontri concreti”.
Gli ha fatto eco Marina Stella, direttore generale di Ucina: “Certamente nello studio della formula del prossimo Salone, Ucina continuerà a garantire un profilo elevato per le iniziative a sostegno delle aziende che da anni caratterizzano questa manifestazione, aggiungendo valore all’attività di business”.
La cosa incoraggiante è che non sono mancati momenti di business: “Al Salone Nautico di quest’anno sono stati conclusi contratti e contatti importanti, soprattutto per quanto riguarda clienti esteri – dice il presidente di Fiera di Genova Sara Armella – e registriamo segnali di soddisfazione da parte di molti espositori. Questo ci conferma la bontà delle scelte effettuate e ci incoraggia ad effettuare un vero cambio di passo. Non abbiamo pregiudizi nel riprogettare la manifestazione: dalla durata al periodo, dal lay out all’ampliamento ulteriore delle prove in mare, dai costi ai servizi da mettere a disposizione delle imprese”.
Insomma, la nautica italiana è malata, contagiata dal virus della crisi più che da proprie debolezze interne. Ha dentro di sé gli anticorpi per poter guarire, ma deve essere aiutata con le medicine giuste da parte di un medico, il Governo, che spesso non sembra avere interesse nel curare i propri malati. Fiscalità rapace, tassazione oltre ogni verecondia e politiche industriali non propriamente lungimiranti non aiutano il settore: che la presenza di Passera e Ciaccia possa prefigurare un cambio di rotta. Parlando di nautica, non troviamo un’espressione più adatta…