Donne sempre di corsa: di fretta la mattina ad accompagnare i bambini a scuola, poi in ufficio, poi in palestra e magari, prima di tornare a casa, un aperitivo al volo con le amiche. Senza dimenticare, ovviamente, l’attenzione per il look, che deve essere sempre curato. E visto che a questi ritmi arrampicarsi su scarpe vertiginose pare impossibile, è meglio scendere dal piedistallo e ingegnarsi ad essere eleganti anche con calzature più comode.
Anche perché le donne del nuovo millennio sanno bene che la femminilità non consiste soltanto nell’indossare un paio di svettanti décolléte tacco 12. La femminilità è un’attitudine innata, che traspare anche quando si indossano stivali da motociclista, come quelli realizzati per l’autunno 2012 da Ballin, brand leader nella produzione di calzature Made in Italy, con sede sulla Riviera del Garda.
In pieno stile con l’animo del marchio, che in tanti anni di storia è riuscito a coniugare tradizione e innovazione, sviluppando una significativa capacità di percepire le esigenze dei mercati, i biker di Ballin sintetizzano l’animo multitasking delle donne contemporanee, grintose e nel contempo eleganti, in un perfetto mix di materiali pregiatissimi e dettagli ricercati. Disponibili in due varianti, si animano del contrasto tra la nuance esterna, in classico nero, e il colore vivace dell’interno che, una volta aperta, la zip rivela un cuore di velluto verde smeraldo, viola o bordeaux.
Nato nel 1945 dall’amore per le cose belle di Giorgio e Guido Ballin, il calzaturificio è una delle più esemplari eccellenze dell’Italia. Dando un forte segnale a tutte quelle aziende che si fregiano dell’etichetta di Made in Italy, onde scegliere poi per ridurre i costi di dislocare la produzione, ha scelto di mantenere la produzione in Italia, così come ha fatto Vicini, azienda di cui fa parte tra gli altri il marchio Giuseppe Zanotti Design. Applicando la metodologia Lean, una metodologia operativa capace di fornire una serie di strumenti per individuare gli sprechi e ottimizzare la produzione, il brand di calzature Made in Italy è riuscito ad evitare la strada della delocalizzazione, dimostrando in maniera pratica come sia possibile mantenere la produzione nel Belpaese, coniugando l’artigianalità e l’innovazione delle nuove tecniche industriali.
La sperimentazione di nuove tecniche di produzione ha portato il marchio, che realizza anche calzature per le più famose griffe, a brillanti risultati: tra il 2010 e il 2011 il fatturato complessivo è infatti passato da 33,7 milioni di euro a 41,3 milioni, segnando un +23%, il numero dei dipendenti è cresciuto del 14% e la produttività della nuova linea è aumentata del 34%, con un calo degli scarti del 98%. Il calzaturificio di Fiesso d’Artico, guidato oggi da Gabriella, Alessandra e Reanna Ballin, figli di uno dei due fratelli fondatori, ha chiuso il 2011 a 52,8 milioni di euro (+53% sul 2010) e ha registrato nel primo trimestre del 2012 ricavi per 31 milioni (+29%).
Il marchio, presente in 35 mercati, dal 1 July di quest’anno controlla attraverso una nuova holding due società distinte: Ballin Project, che si occupa dello sviluppo del brand eponimo (30% del fatturato ma 50% nel medio termine) e la Nillab, destinata alla produzione per conto di altri marchi. La seconda parte del 2012 deve ancora protagonista l’azienda veneta che punta sull’estero che rappresenta l’80% del fatturato totale, con ex Urss e Russia come mercati più promettenti. In fondo, aveva ragione la cantante americana Lee Hazlewood: “Questi stivali sono fatti per camminare”.
Pinella PETRONIO