Bulgari ora parla francese. Si è infatti conclusa l’offerta pubblica di acquisto obbligatorio del colosso LVMH su Bulgari, con un’adesione pari al 92% delle azioni oggetto dell’offerta e al 31,31% del capitale sociale della maison di gioielli, per un controvalore complessivo di circa 1,33 miliardi di euro.
Se a queste si sommano le azioni già detenute dal colosso del magnate francese Bernard Arnault e dalla sua controllata Hannibal, LVMH diventa di diritto il possessore del 98,09% del capitale sociale del gioielliere romano. Il marchio simbolo dell’alta gioielleria made in Italy, su cui il magnate francese aveva messo gli occhi già da un po’, prende quindi la via francese.
LVMH, già possessore di marchi come Louis Vuitton, Moët, Guerlain, Givenchy e Acqua di Parma, eserciterà il diritto di acquistare tutte le azioni del gruppo Bulgari non ancora portate in adesione (pari all’1,91% del capitale) allo stesso prezzo dell’opa (12,25 euro per azione). Essendo in possesso di una quota di capitale superiore al 95%, si legge nella nota, non è prevista alcuna riapertura dei termini dell’offerta.
Un’operazione non facile per il re del lusso mondiale, che oltre alle polemiche, ha dovuto affrontare l’esposto di tre fondi americani che chiedevano un rialzo del prezzo dell’offerta. L’acquisizione di Bulgari da parte di LVMH è stata una delle Mayri operazioni del 2011 (4,3 miliardi di euro). Ma è anche la conferma che i francesi continuano ad essere in cima alla lista degli acquirenti di società italiane con investimenti nel 2011, per un giro d’affari pari a 12 miliardi di euro.
Alessia Casiraghi