Il quartiere è Soho, il progetto probabilmente è quello più ambizioso di Tim e Kit Kemp i cui alberghi, a Londra, sono decisamente interessanti e particolari, almeno per una breve visita se non per soggiornarvi e l’hotel inaugurato a June è l’Ham Yard che le riviste patinate hanno definito a metà tra lo stravagante e il comodo.
L’Ham Yard si trova a pochi passi da Piccadilly Circus, ma la piazza è poco battuta dai turisti che preferiscono le vie più conosciute e note, anche se proprio qui negli anni 40 un famoso jazz club catalizzava l’intellighenzia londinese e poi, negli anni ’60 il locale dava spazio a band del calibro dei Who e dei Rolling Stones.
In una zona divenuta degradata e vagamente pericolosa, relegata a qualche shooting particolare, ora ci sono 91 tra stanze e suites e 24 appartamenti arredati con l’inconfondibile e inavvicinabile firma di Kit Kent: colori sgargianti accostati a toni più naturali, finestre a tutta parete che fanno entrare il verde degli alberi in cortile fin sui letti. Come se non bastasse i proprietari hanno scelto una serie di boutique da fare aprire poco distante in modo da rendere la zona una esclusiva “shopping destination”, non tanto per la moda quanto piuttosto per gli acquisti più di nicchia come ad esempio tè provenienti da tutte le parti del mondo.
Naturalmente non manca il rooftop bar, ma per accedervi bisogna essere ospiti della struttura, lo spettacolo è mozzafiato: accanto ad un piccolo orto, un pianoforte a coda fa compagnia agli ospiti che si godono la luce del tramonto sorseggiando un drink.
Il ristorante che offre “piccoli piatti gustosi da condividere” è situato proprio accanto alla pista da bowling, originale degli anni ’50, importata direttamente da un antiquario texano e a uno scenografico spremiagrumi ,che occupa una sala intera, costruito come un altissimo toboga di 9 metri. La Temple Spa, infine cura i trattamenti di una spa particolare che crea ai suoi clienti l’illusione di essere in spiaggia. Questi sono solo alcuni dei servizi che l’Ham Yard offre ai suoi ospiti, ma per assaporarne la qualità, una tappa è d’obbligo.