Sapete che c’è gente al mondo che quando compra una rivista non la sfoglia dalla prima all’ultima pagina, bensì Dall’ultima alla prima? Ecco, noi, per fare la review di questa seconda giornata di Milano Moda Donna cominciamo proprio dall’ultima sfilata, quella di Moschino. Vi ricordate gli anni di lotte femministe, gli anni passati a battersi contro l’idea di una donna oggetto, contro le Barbie bellissime fuori, ma vuote dentro? E ancora le lunghe polemiche contro il velinismo, le giornaliste della moda contro Antonio Ricci, reo di portare a modello donne belle, ma sostanzialmente mute, e viste come sciocche ragazzine, poco intelligenti, per niente colte, che puntavano tutto sul loro aspetto fisico?
Bene, Jeremy Scott per Moschino, arrivato appena una stagione fa, quatto quatto, se n’è bellamente fregato di tutte queste polemiche. E che ha fatto? Ha seraficamente portato in passerella una collezione che è un vero e proprio inno a Barbie, considerata da saecula et saeculorum emblema di leggerezza e frivolezza. Chiome biondo platino boccolute, rossetto rosa shocking, pose ammiccanti e seducenti, Jeremy Scott continua per la sua strada fatta di vera irriverenza. I fashionisti non mangiano? E allora lui celebra il fast food (vedi F/W della scorsa stagione). La gente critica le donne oche? E allora lui porta in passerella Barbie.
Può piacere o meno, ma la sfilata è un vero e proprio show, con tanto di Barbie sui rollerblade, che celebra tutte le tipologie di bambole bionde che vi possono venire in mente, pescando anche da epoche passate. Il rosa baby è, non stiamo nemmeno a dirlo, il colore predominante, ma non mancano anche tinte pastello, stampe colorate e accessori divertenti: dalla borsa autoradio alla pochette décolleté, dalla borsetta macchina fotografica alla cover a forma di specchio. Rosa, ovviamente. Destinata a diventare un cult, così come la cover a forma di sacchetto di patatine.
In uno splendido gioco degli opposti, esattamente agli antipodi si colloca la sfilata di Armani, che ha mostrato oggi la collezione primavera estate 2015 di Emporio Armani. Una vera ode ad uno dei colori più classici, universali e senza tempo in assoluto, il blu, declinato in mille sue sfumature. “Ci avete mai fatto caso?”, dice il designer “quando vi vestite di nero sembrate più duri, più netti, quasi spigolosi. Il blu, invece, cattura la luce, non la respinge: e regala morbidezza, sfumature, charme. Il blu, poi, mi piace perché è un colore trasversale, internazionale, tipico di tutte le culture e di tutte le estetiche. E poi, oggi, bisogna dare pochi messaggi, chiari e netti, per farsi largo nella vostra attenzione“.
Nonostante il colore sia l’emblema della classicità, la collezione appare tuttavia un trionfo di modernità, leggerezza e freschezza: abiti che rievocano le onde del mare, incarnate da maxi ruches, righe mariniere e maxi righe, tailleur, pantaloni e giacche piccoli nei toni polverosi dell’azzurro. “Consiglio a tutte le donne di vestirsi con più serietà ma di non rinunciare a dettagli intriganti e piccoli sotterfugi come spacchi e tagli. Se devo dare un consiglio dico di puntare su gonne più lunghe e più larghe, magari con uno spacco che lasci libere le gambe“, ha infine affermato Re Giorgio.
Messaggi di pace vengono, invece, lanciati dalla passerella di Just Cavalli dove le modelle ammantate di abiti leggerissimi, impalpabili come pepli, sembrano fluttuare nell’aeree, accompagnate, in uno stridente contrasto, da una musica underground. Roberto Cavalli con questa collezione primavera estate 2015 – fatta di pantaloni slim (come il DNA della maison suggerisce), camicie e minigonne, gonne plissé trasparenti e sensualissime – vuole proclamare a gran voce un inno alla pace e all’amore. E sembra stamparlo su abiti e accessori realizzati in una vivacissima palette cromatica che si tinge di giallo vibrante, di viola intenso e di verde smeraldo.
Pinella PETRONIO