La loro è una collezione irriverente, che gioca con elementi tratti dal mondo dei cartoni animati e dei manga, quello sportivo di Mimì Ayuara in particolare, che ruba al Giappone i sapori e i colori del sushi e li stampa in versione luxury sui bei tessuti lavorati, dai colori grafici. E non è un caso, infatti, che sulla passerella ci sia un campo da pallavolo con tanto di rete. Au Jour Le Jour, nato dall’ironia e l’inventiva di due giovani ragazzi designer emergenti, Mirko Fontana e Diego Marquez sfila per la seconda volta durante la Settimana della Moda Donna a Milano. Un sogno il loro che si sta mano a mano trasformando in realtà. Anche se Diego Marquez, che abbiamo intervistato pochi istanti prima dell’inizio della sfilata, chiede più sostegno da parte dei big brand.
Da cosa avete preso spunto per realizzare la vostra collezione?
L’ispirazione nasce dall’hashtag #ATTACKNo1, stampato anche sull’invito, che è il titolo originale di un fumetto giapponese Anni ’70, che poi è il cartone animato “Mimì e le ragazze della pallavolo”, che tutto il mondo conosce. Abbiamo quindi interpretato alla Au Jour Le Jour maniera tutto questo mondo dello sport, sfruttando un immaginario che si apre alla donna Kawai giapponese, una donna molto dolce, che va in giro con le sue Bento Box con il sushi dentro e si diverte ad abbinare le maxi polo con le maxi gonne plissé o la maglieria super sporty.
La collezione parla, quindi, il linguaggio dei Manga?
Assolutamente sì, molto manga sono gli accessori, in primis le scarpe effetto xilofono in tre altezze, che rappresentano per noi una nuova sfida, e rendono il look ancora più fumetto .
Nella moda di oggi, in Italia, c’è spazio per i giovani?
Noi ci crediamo. Non è facile, ma l’importante è essere convinti del progetto che ognuno ha, di quello che sa fare e che vuole fare.
I grandi della moda cercano in qualche modo di aiutarvi oppure vi trattano con un certo snobismo?
Ho grande rispetto per i mostri sacri della moda che hanno fatto un percorso professionale quasi irripetibile oggi. Sicuramente, però, posso dirti che mi piacerebbe che i giovani avessero un po’ più supporto da parte dei big brand.
Quando un giovane smette di essere emergente e diventa affermato?
Quando l’utente finale, a cui sono destinate le collezioni, riesce a riconoscere il brand.
Pinella PETRONIO
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Credit ph: Ivan Marianelli