Solo qualche dato, per partire: in America Nordstrom ha una lista d’attesa per l’abito di paillette di Chanel con un prezzo di 9.010 dollari; Neiman Marcus ha esaurito in quasi tutte le misure la scarpa col tacco “Bianca” di Christian Louboutin, a 775 dollari al paio; Mercedes-Benz ha dichiarato di aver venduto più auto il mese scorso negli Stati Uniti di quanto avesse fatto nel July degli ultimi cinque anni.
Il mercato mondiale del luxury goods, dunque, sembra essere sulla via della ripresa. Anche se l’economia fatica ancora a sollevarsi e le persone hanno ridotto la propensione al consumo, i ricchi ricominciano a comprare vestiti firmati, auto di lusso, e tutto ciò che cattura la loro fantasia, almeno secondo uno studio di Bain&Co – che ha analizzato tre diversi settori (arredamento di alta gamma; beni di lusso personali; yacht di lusso) – e il rapporto di Global Industry Analysts. Uno scenario nel quale i rivenditori di beni di lusso, che hanno subito piu degli altri la crisi nel 2009, ora sembrano aver ritrovato la brillantezza pre-crisi.
Quello dei Luxury Goods è un settore industriale che incarna la forza delle economie globali e regionali e comprende i produttori di una gamma diversificata di prodotti costosi, come ad esempio, borse, orologi, gioielli, vestiti, cosmetici, calzature di design, penne, yacht, vini di lusso e profumi. Fattori critici di successo e fonte di guadagno, in questo settore, sono i benefici psicologici che questi possono dare (prestigio, status symbol, stima ed esclusività) e le caratteristiche di prodotto come la tariffazione premium, la fattura artigianale, il marchio di design, l’estetica e la qualità superiore. Con la sua elevata correlazione al PIL di un Paese, l’industria dei beni di lusso è di natura ciclica, motivo per cui durante la crisi tutti i segmenti del lusso sono entrati in recessione.
Anche se il lusso è ampiamente pubblicizzato come un’abitudine difficile da rompere, la gravità prolungata dell’attuale rallentamento dell’economia ha provocato un calo della spesa. Gli High Net Worth Individuals nel 2009 e nel 2010 hanno ridotto di molto la loro propensione all’acquisto e i cambiamenti dei loro gusti hanno comportato il successo o l’insuccesso di un prodotto rispetto ad un altro. Il settore dell’abbigliamento per la sua struttura è quello più soggetto a essere uno dei settori più colpiti in recessione.
Tuttavia, in un 2010 tentennante, si è iniziato a sviluppare un trend di diversificazione della base dei consumatori di beni di lusso lontano dai tradizionali ultra ricchi che modificherà l’industria nel medio-lungo termine; come risultato si avrà una percezione del lusso che emergerà ben oltre i confini tradizionali della moda e dell’esclusività, per includere qualità e valore intrinseco del prodotto. Il cambiamento delle abitudini dei consumatori e dei valori sta generando, di conseguenza, enormi opportunità per i marchi di attirare clienti potenziali e rafforzare i loro rapporti con i loro classici clienti.
Un altro fattore importante, che farà crescere il mercato, è la crescente domanda di beni di lusso, specialmente per abbigliamento e calzature, nei Paesi asiatici, come Cina e India. Una presa di coscienza, la loro, dei marchi internazionali di prestigio abbinata a uno standard di vita crescente guideranno la crescita in questi mercati. Altri fattori, che diventano bersaglio per lo sviluppo nel mercato comprendono l’emergere di nuove classi di consumatori benestanti, in particolare le donne che lavorano, e le nuove generazioni che vogliono avere uno stile di vita unico.
Come affermato dal nuovo rapporto di Global Industry sul mercato globale beni di lusso, l’Asia-Pacific è quella che cresce di più con un CAGR del 15,7% nel periodo tra il 2007-2015. Nonostante, però, siano stati colpiti duramente dalla crisi, gli Stati Uniti e l’Europa continueranno a mantenere la propria leadership nel mercato globale dei beni di lusso, sfruttando anche l’aumento dei flussi turistici.