E’ proprio vero, anche con la crisi i ricchi rimangono ricchi mentre i poveri diventano ancora più poveri. Bentley vero emblema di ricchezza nel 2013 ha avuto un’inversione di tendenza rispetto al resto del settore automotive: un’impennata del 19 % nelle vendite e, se è vero che i numeri i sono molto esigui, 10.120 vetture contro le 8.350 del 2012, è altrettanto vero che i costi unitari sono a dir poco esorbitanti.
Non è un caso che l’America sia il mercato più importante per la casa di Crewe, tuttavia stanno salendo nella classifica anche le zone Asia Pacifico e Medio Oriente senza naturalmente dimenticare la madre patria. Anche la rete vendita ha avuto i suoi picchi di crescita e gli show room monomarca sono addirittura 193.
Dal momento del suo debutto, a settembre, la nuova Continental Flying Spur, una berlina quattro porte che abbina il confort elegante alle prestazioni più aggressive, ha venduto 2005 esemplari in soli quattro mesi, un risultato strabiliante se si pensa che la precedente versione vendeva in media 2700 esemplari l’anno.
L’America, come detto, con il 31% delle vendite, rimane il mercato di riferimento, buoni risultati, un aumento a doppia cifra, si sono registrati anche in Europa, mentre la Cina ha visto segnare un meno ai suoi volumi: da 2253 unità a 2191. In Medio Oriente, a farla da padrona, manco a dirlo, è l’ammiraglia di casa Bentley: la Mulsanne già definita un salotto sulle ruote che, con 1185 unità vendute fa registrare al marchio di Crewe un +45% mentre sul Pacifico la crescita del 53% è dovuta a tutta la gamma Continental.
Carolina BOETTI