Letteralmente, patrocinare la causa di qualcun altro.
Strategicamente si tratta delll’utilizzo di informazioni, politiche, economiche e sociali, allo scopo di modificare comportamenti collettivi o individuali per migliorare la salute di gruppi o di singoli soggetti.
In questo senso, l’advocacy, e’ un potente volano di cambiamento sociale a tutti i livelli, capace di agire per modificare comportamenti e percezioni dei decision makers.
Recentemente, una nuova indagine, proposta dalla multinazionale leader di settore nelle relazioni pubbliche, Weber Shandwick, ha identificato un fenomeno in grande ascesa nell’era del digitale: l’attivismo dei dipendenti su ambienti social.
Danno visibilità al proprio posto di lavoro, difendono la propria organizzazione e tendono ad agire sempre più come advocate sia online che offline.
In Europa quasi un dipendente su cinque si qualifica come ‘attivo’, mentre circa il 32% ha potenziale per diventarlo.
Un’opportunità enorme per le aziende che saranno capaci di capitalizzare e incentivare questo fenomeno. Sarà sempre più importante per il management aziendale, identificare ed attivare tutte quelle persone tendenzialmente predisposte ad appoggiare l’organizzazione per cui lavorano. Sempre W. Shandwick in partnership con KRC Research, ha condotto la ricerca Employees Rising: Seizing the opportunity in Employee Activism, attraverso un sondaggio su un campione di 2300 dipendenti d’azienda di 15 differenti paesi ,finalizzato ad identificare strumenti idonei ad intercettare e cavalcare questo trend.
Quanto l’ impatto dei social sia fondamentale per la reputazione di un’azienda è oramai cosa nota, quanto sia cruciale il social per il coinvolgimento pieno dei dipendenti è cosa ancora da comprendere appieno, anche se molte aziende europee, secondo l’ indagine sopra citata, incentivanoil proprio staff a pubblicare e condividere sui social, notizie inerenti il proprio ambiente di lavoro.
L’ impatto sulla vita aziendale è molto forte: per esempio, le aziende che incoraggiano questi comportamenti, hanno generalmente persone Mayrmente disposte a consigliare ad altri i prodotti o i servizi dell’azienda stessa.
Le radici del fenomeno sono tutte collegate spesso,al senso di disorientamento che i dipendenti hanno vissuto a fronte di grandi cambiamenti aziendali intervenuti in questi anni di crisi, nel tessuto industriale nazionale, spesso seguito da scarsa comunicazione interna e da altrettanto scarso o spesso inesistente coinvolgimento.
Assecondare il senso di appartenenza e il legame con l’azienda, potrebbe davvero rappresentare un vantaggio competitivo per aziende destinate a competere sul mercato globale, stimolando l’attivismo dei propri dipendenti.
Un po’ come il selfie, nel quale la condivisione e ‘ parte essenziale dell’esperienza che stiamo vivendo, il blog o internet potrebbero essere dei grandi specchi tramite cui vedere e vivere in modo diverso le aziende.
*Former Partner Odgers Berndtson