La nostra società passerà probabilmente alla storia come la società della condivisione. Scegliere, meglio, ed essere pronti a reinventarsi, ridefinendo spazio e tempo.
Avere o essere, il dilemma esistenziale di Fromm che per decenni ha contribuito ad identificare modalità di esistenza, diversi modi di atteggiarsi nei propri confronti e in quelli del mondo, due diversi tipi di struttura caratteriale, la rispettiva preminenza dei quali ha determinato la totalità dei pensieri, sentimenti e azioni di una persona. Ed è la prevalenza della modalità esistenziale dell’avere che per Erich Fromm ha determinato la situazione dell’uomo contemporaneo, ridotto a ingranaggio della macchina burocratica, manipolato nei gusti, nelle opinioni. Oggi la parola chiave della nuova frontiera eco è condividere, il mondo dei neoresponsabili dove il culto del desiderio infinito è stato sostituito dalla legge del possesso collettivo. Sei anni di crisi profonda, hanno ridisegnato i confini, la geografia dei valori e la ricerca di consumi più responsabili che sta minando alla radice le fondamenta di quel consumismo teorizzato negli anni ’80 dal sociologo J. Baudrillard del sogno della merce ovvero di un consumismo alimentato da una pubblicità pervasiva e seducente. Una recente indagine di Boston Consulting, ha evidenziato come i ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 34 anni ha modalità diverse di relazionarsi a cose ed oggetti, scelgono con attenzione in base alla fiducia in un marchio, alla popolarità del social, ecc…
Insomma non tante paia di scarpe ma uno che rappresenti la propria personalità e la condivisone nasce da foto, pareri, commenti. Un atteggiamento molto più responsabile rispetto a quel desiderio infinito di collezionare “cose ed oggetti”, libri, musica e film, tutto diventa virtuale passando da un consumo di tipo privato ad una share economy. L’immateriale sarà la forma del possesso del futuro se è vero che anche la blasonata Christie’s ha recentemente proposto un’asta low cost per continuare ad incentivare l’acquisto di opere d’arte a prezzi più contenuti. In questa ottica, tutto cambia anche il concetto di spazio e la sua definizione: il coworking sta prendendo spazio anche in Italia, aree dove si può lavorare insieme risparmiando sulle spese ed a Milano nel corso del 2014 sono stati ben 175 i cittadini che hanno utilizzato l’incentivo del Comune. Le case tendono a diventare più piccole (mediamente ridotte di 10Mq in soli 6 anni) con magari orti sul balcone. Su Twitter l’hashtag #ortosulbalcone ha migliaia di seguaci e non solo per il gusto di coltivare melanzane o pomodori ma per condividere una ricetta, un’idea. A Roma, zona Garbatella, è a disposizione di tutti un forno a legna popolare che in breve è diventato un punto di ritrovo per anziani, famiglie e persone di ogni età. In fondo, a ben riflettere abbiamo davvero bisogno di poche cose, quelle giuste, come ci ricorderà per sempre “le cabanon” (la capannina) di Le Corbusier che dopo avere progettato per decenni edifici importanti, decise di ritirarsi in Costa Azzurra in uno spazio di appena 15 metri quadrati!
*Former Partner Odgers Berndtson