“Ovunque c’è amore, c’è un bacio”: così recitava uno dei primi call out del famoso Bacio, il cioccolatino, nel lontano 1956.
Un prodotto del nostro Made in Italy, la cui storia affonda le sue radici nell’eccellenza dell’industria dolciaria per approdare, dopo diverse generazioni, nel modo del fashion.
Oggi potremmo parlare, a ragione, di cross-industry, considerando che il confine che separa il food dal fashion si assottiglia sempre più rapidamente e la piccola storia che ci accingiamo a raccontare ne rappresenta una indubbia testimonianza.
Correva l’anno 1907 quando Annibale Spagnoli e sua moglie Luisa, con altri tre soci – Francesco Buitoni, Leone Ascoli e Francesco Andreani – fondarono la “Società Perugina per la Fabbrica dei Confetti”. Negli Anni Venti, la Buitoni e la Perugina si allearono e, per volontà del giovane Amministratore Delegato, Giovanni Buitoni, venne cambiata la ragione sociale in “La Perugina – Cioccolato e Confetture”, marchio che da allora ha simboleggiato l’eccellenza dell’industria dolciaria italiana.
In quegli stessi anni, nel 1922, vide per la prima volta la luce “il cazzotto” così chiamato per la sua particolare forma molto simile alla nocca di una mano, in cui si mescolavano la granella di nocciola (esigenze di riduzione dei costi), residuo di tante lavorazioni più nobili, con l’aggiunta di una nocciola intera e la copertura di cioccolata. Tuttavia tale definizione mal si coniugava, con le regole del moderno merchandising: come si poteva immaginare un cliente chiedere ad una graziosa commessa “Per favore, mi dia un cazzotto”? Fu così che, grazie alla brillante intuizione di Giovanni Buitoni e del futurista Federico Seneca, art director di casa Perugina, nacque il famoso Bacio con l’incarto color argento e la scritta blu.
Il successo è pressoché inarrestabile e nel 1939 fu aperto il primo negozio a New York, sulla Fifth Avenue, dove tutti sogni divengono realtà, la cui insegna recitava “La Bomboniera”: oltre ai prodotti Perugina, facevano la loro comparsa nel negozio i sughi e le paste Buitoni.
Ma alla signora Spagnoli, il Bacio non bastò. Nel 1928 aprì nel giardino della sua villa in Umbria un fiorente allevamento di conigli d’Angora con una produzione di maglieria classica sotto il marchio Angora Luisa Spagnoli. E attraverso la lana d’angora debuttò nel mondo della moda aprendo nel 1940 la prima bottega a Perugia. In sessant’anni di attività, il brand ha aperto più di 140 punti vendita consolidando una tradizione nel retail forse tra le più strutturate del nostro Made in Italy.
La storia di Luisa Spagnoli è davvero molto singolare e non soltanto per il tratto fortemente imprenditoriale che ne ha caratterizzato l’intera vita, ma anche per la forte centralità che la donna comincia ad assumere nel panorama industriale italiano degli Anni ’50-’60. La moda, appunto, come linguaggio, come forma di arte, prodromo di cambiamenti economici e culturali. E allora, perché non dirlo con un Bacio?
*Partner Odgers Berndtson
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