Halal è tutto ciò che ai mussulmani è permesso secondo i precetti del corano.
Per il food, il concetto di halal, va molto al di là del divieto di consumare alcolici o carne di maiale, perché riguarda tutto il mondo della preparazione e del confezionamento degli alimenti stessi.
Oggi le potenzialità economiche di questo mercato sono pari a circa due trilioni di dollari a fronte di una popolazione mussulmana di circa 2MLD di persone nel mondo.
Soltanto in Europa vivono 30Mil di mussulmani per un mercato che si aggira intorno ai 70MLD/$, di questi circa 17MLD solo in Francia, con tassi di crescita pari al 15% medio annuo.
L’area dell’Asia/Pacifico è, in assoluto, la più importante, per gli alimenti halal certificati, soltanto l’Indonesia registra consumi annui per 70 MLD/$, l’India per 21MLD ed i Paesi del Golfo per 44MLD/$.
Il prodotto in assoluto più consumato è la carne con vendite stimate in 500MLD/$/anno nel mondo.
Anche il panorama della distribuzione di tali prodotti è cresciuto e si è modificato con eguale rapidità, passando dalla piccola bottega dell’immigrato magrebino ad una distribuzione molto più organizzata e capillare.
In genere tutti i mussulmani consumano questi prodotti, anche se è in vertiginosa ascesa il numero di salutisti, o potenziali tali, attratti da questa ulteriore garanzia di genuinità ed igiene.
Analoga è la tendenza verso il cibo kosher, che incrementa un giro d’affari di 250MLD/$ a fronte di una popolazione mondiale di soli 15Mil/persone.
Molti sono i mussulmani che amano cibi kosher, forse proprio perché entrambi rispondono a regole simili di preparazione.
Ma, l’halal è molto più di tutto questo, la stretta osservanza arriva sino al punto di esigere, al ristorante, piatti sempre nuovi per evitare contaminazioni di ogni genere, o, ancora, evitare di pulire le verdure con spazzole di setole di cinghiale, ecc…
Per molti occidentali, halal o kosher sono semplicemente sinonimi di genuinità e sicurezza alimentare forse, anche, come reazione spontanea ai sempre più numerosi scandali sulla sofisticazione di alimenti o alla loro mala conservazione.
Il termine halal, nel corso degli ultimi anni, è uscito fuori dal recinto del food per diventare sinonimo di vero e proprio lifestyle, toccando oramai, tutti i settori dei consumi.
A livello di igiene personale, per esempio, non possono essere accettati prodotti che contengano alcool, negli alberghi le stanze certificate halal, devono avere l’indicazione della direzione della Mecca per la preghiera.
In Turchia, il paese più laico dell’Islam, l’halal rappresenta la nuova golden age: tutto è certificato halal, progettato e realizzato per fare della Turchia la meta preferita del turismo mussulmano.
L’obiettivo dichiarato del Governo di Ankara, è di passare dagli attuali 30Mil di turisti ai 50Mil nel 2023 grazie soprattutto, ad un intenso sviluppo alberghiero, ad hoc.
Certo il processo di certificazione è lungo e complesso e non molto diverso dal nostro certificato ISO. Tutto viene analizzato e verificato, ma ne vale bene la pena, se è vero che per un quarto della popolazione mondiale, Halal è sinonimo di “BUONO”…
*Former Partner Odgers Berndtson