In un mercato in cui il “social” è diventato il vero motore di tutte le nostre attività, dopo i “mi piace” di Facebook, i cinguettii di Twitter, lo shopping in forma social, il camerino virtuale fa la sua comparsa.
Nel 2013, lo storico negozio di camicie sartoriali Hawes & Curtis, in Jeremy Street a Londra, ha confermato come il suo principale canale di vendita sia il web.
Camicie sartoriali, per l’appunto, acquistate online: quasi un’eresia per chi ancora non utilizza il “fit finder”, una sorta di Avatar con le nostre misure, da vestire a piacimento, così come si faceva una volta con le bambole.
Tuttavia, è questo il vero dato sorprendente: da quando Hawes & Curtis nel 2010 hanno acquistato il programma Fit.me, le vendite online sono cresciute del 57% e i resi sono diminuiti del 35%, con significativi risparmi, inutile dirlo, anche nei costi di imballaggio e spedizione.
E’ sufficiente inserire pochi dati, altezza, lunghezza delle braccia e altri parametri relativi al nostro corpo, e il “FitBot”, il manichino virtuale, indossa l’abito e ci mostra l’effetto.
Una tech application apparentemente semplice, ma in verità frutto di complessi algoritmi. Basti pensare che i fondatori della True.fit, leader indiscusso di mercato, sono due matematici di Boston – J. Murphy e R. Evans – che sono recentemente riusciti a sofisticare talmente il loro sistema da ottenere il profilo-taglia perfetta in meno di sessanta secondi.
True.fit vanta nel proprio portfolio clienti brand di tutto rispetto tra cui Macy’s, Nordstroom, Guess e da ultimo Oscar de la Renta.
Il camerino virtuale ha avuto, come effetto collaterale, un’autentica esplosione di vendite online, con un +300% degli acquisti e un calo che oscilla tra il 25 e il 30% dei resi.
Questi numeri sono talmente accattivanti, che le start up nel settore si stanno moltiplicando in fretta: gli svedesi di Virtual Size hanno da poco inaugurato il loro headquarter in Giappone e i newyorkesi di ClothesHorse (letteralmente “stendino”) più che sulla precisione, puntano per i loro clienti, sulla velocità, con un tempo inferiore al minuto per l’inserimento dei dati richiesti.
Preservando la privacy dei propri clienti, i dati raccolti da questi Fit Finders costituiscono un tesoro molto prezioso per l’industria mondiale di abbigliamento; una raccolta di stili, tendenze, misure stratificate per Paese.
Forse pochi sanno che gli uomini con il giro vita più largo sono i Greci, con 97,53 cm, e quelli con il più stretto, 84,43 cm, i Giapponesi; le donne più rotondette sono le Nigeriane, con 82,67 cm, e le più magre le Serbe, con 71,66 cm.
Forse, considerando lo sviluppo vertiginoso di questi strumenti, non sarebbe poi così utopistico pensare a una app per dispositivi mobili, un Avatar da portare sempre con noi per acquistare oggetti del desiderio, senza alcun tipo di ansia e soprattutto senza più attese in coda e prove estenuanti.
Un modo sofisticato e anche divertente per prendere coscienza del proprio corpo, don’t you?
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