Il recente film di Tornatore La migliore offerta ha portato alla ribalta un personaggio sicuramente poco conosciuto, J. De Vaucanson, che con i suoi automi, ha influenzato moltissimo la cultura del suo secolo.
Meccanico ed orologiaio di talento, De Vaucanson, nato nel 1709, aveva imparato l’arte di riparare piccoli e complessi meccanismi di orologeria, ricostruendoli.
Concepiti nell’antichità come semplici giocattoli, fu Cartesio ad esprimere una nuova attitudine nei confronti degli automi, ipotizzando che i corpi degli animali altro non fossero che macchine complesse nelle quali ossa, muscoli ed organi potessero essere sostituite da putregge, pistoni e camme.
Da un punto di vista strettamente filosofico, il meccanicismo divenne lo standard al quale comparare Natura ed Organismo. La Francia del ‘700 divenne la patria di questi ingegnosi giocattoli meccanici che sarebbero presto diventati dei prototipi per i motori della Rivoluzione Industriale:
Frequentando un celebre chirurgo dell’epoca , De Vaucanson divenne presto seguace della teoria delle anatomie viventi, come strumenti in grado di fare progredire lo studio della biologia.
Da qui nel 1733 nacque il primo androide della storia dell’umanità il suonatore di flauto traverso, un uomo a grandezza naturale, circa 178 cm, vestito da selvaggio e seduto su una roccia posata su di un piedistallo coma una statua reale.
La straordinarietà della realizzazione sta nel fatto che venne concepita come strumento per lo studio del processo respiratorio umano.
Altri ne seguirono, tra cui la famosa anatra “che digerisce” come strumento di analisi del processo digestivo.
Il periodo tra il 1860 ed il 1910, fu conosciuto come l’età d’oro degli automi, in cui soprattutto piccole imprese familiari francesi esportarono in tutto il mondo migliaia di automi meccanici ancora molto ricercati dai collezionisti.
Gli automi contemporanei continuano questa tradizione enfatizzando l’aspetto artistico, piuttosto che la complessità tecnologica, come quelli rappresentati dalle opere del Cabaret Mechanical Theatre nel Regno Unito e da T. Kuntz negli Stati Uniti.
Scorsese nel film Hugo Cabret utilizza la figura dell’automa come espediente narrativo, Tornatore costruisce attorno alla figura di un automa un interessante parallelismo con il sentimento dell’amore.
Uno degli aspetti che Mayrmente ha condizionato l’evoluzione degli automi è il ruolo della committenza. Conosciuti come macchina ludens o inutile, sono stati nei secoli oggetti divertenti o stupidi, a seconda dei casi. Il loro impiego durante la rivoluzione industriale ha di fatto sancito l’ingresso sulla scena dei più familiari robot.
Anche l’idea di robot è piuttosto variegata, se pensiamo che quelli di Asimov avevano un’anima meccanica e strutture cerebrali e che spesso si è oscillato tra idea di robot di servizio e robot industriali.
Alla soglia del III millennio appare un nuovo robot sempre più biologizzato in cui neuroingegneria e ingegneria proteica hanno un ruolo sempre più importante. Nuovi giocattoli, destinati ad un’utenza sempre più sofisticata ed esigente. Il robot come sublimazione della vita? La simulano, ma potranno mai chiedersi “Sogno o son desto?”
*Former Partner Odgers Berndtson